BEVAGNA - Al via la quinta "settimana autogestita", il progetto dedicato alla promozione di corretti stili di vita per i diabetici, ideato e organizzato dall'"Ade" (Associazione diabetici eugubina) in collaborazione con la Usl Umbria 1.

Sono 50 i pazienti diabetici o conviventi con diabetici che oggi si sono riuniti a Bevagna per condividere fino al 25 giugno un modello di convivenza volto a favorire l'acquisizione di regole comportamentali e alimentari semplici ed efficaci, che si rivelano fondamentali per chi deve affrontare quotidianamente la patologia diabetica.

Il diabete - riferisce una nota della Usl Umbria 1 - e' una patologia cronica in costante aumento. In Italia circa 4 milioni di persone ne soffrono con un trend di incremento costante (di circa 7%) dovuto anche al fatto che la popolazione e' destinata ad invecchiare sempre di piu' e dovra' sempre piu' a lungo convivere con malattie croniche e anche invalidanti come il diabete.

Il modello della settimana autogestita rappresenta una iniziativa di prevenzione e di promozione della salute che, senza grandi investimenti finanziari per il sistema sanitario, puo' produrre - e' detto nella nota - importanti risultati in termini di miglioramento della qualita' della vita.

Il programma giornaliero della settimana comunitaria fondata sull'autogestione del paziente prevede controlli glicemici prima e dopo i pasti, un'alimentazione controllata sulla base di menu' studiati da una dietista e preparati dagli chef dell'Universita' dei Sapori di Perugia e una leggera ma regolare attivita' sportiva. Durante tutto il soggiorno i pazienti sono costantemente seguiti da uno staff medico messo a disposizione dalla stessa Usl Umbria 1 composto da infermieri, psicologi, dietiste, esperti in fitness e un podologo, coordinati dalla responsabile del centro di diabetologia di Gubbio Cecilia Marino.

"Naturalmente una settimana non puo' risolvere uno scompenso metabolico - spiega Paola Palazzari,  presidente dell'Ade - ma e' un tempo sufficiente per capire come convivere con una patologia cronica come il diabete, modificando lo stile di vita e adattandolo sia al paziente sia ai suoi familiari. Il confronto con i pazienti e i familiari che hanno partecipato gli anni passati ci ha confermato che questo approccio alla malattia e' utile per modificare atteggiamenti sbagliati abituali rispetto all'attivita' fisica e all'alimentazione ma anche per avere un miglior controllo glico-metabolico e una maggior sicurezza nella gestione della posologia insulinica. E' certo che il corretto stile di vita del paziente diabetico diminuisce notevolmente la spesa pubblica sanitaria, evitando ricoveri impropri, complicanze gravi come amputazioni e malattie cardio-vascolari e assistenza sociale. Per questo ci auguriamo di poter condividere anche con altre associazioni del territorio regionale questo modello di campus educativo per malati cronici come i diabetici".

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