I depuratori di Amelia e Acquasparta possono essere riattivati
Lo ha deciso il Gip del tribunale di Terni, anche se resta in vigore il regime di sequestro dei due impianti. Secondo una nota della società che li gestisce, il giudice ha valutato “positivamente la tesi sull'indispensabilità del funzionamento per salvaguardare l'ambiente e la salute e per evitare un considerevole aggravio di costi dovuti all'attivazione di sistemi sostitutivi”.
TERNI - Il gip del tribunale di Terni Maurizio Santoloci ha concesso stamani la riattivazione dei due depuratori di Amelia e Acquasparta, posti sotto sequestro tre giorni fa dalla Forestale dopo aver riscontrato irregolarita' nelle autorizzazioni e una presenza di zinco in quantita' superiori ai limiti consentiti.
Secondo una nota della Sii, la societa' che gestisce i due impianti - per i quali rimane tuttavia in vigore il regime di sequestro - il giudice ha valutato ''positivamente la tesi della societa' sull'indispensabilita' del funzionamento per salvaguardare l'ambiente e la salute e per evitare un considerevole aggravio di costi dovuti all'attivazione di sistemi sostitutivi. Cosi' come disposto dall'autorita' giudiziaria, la Sii eseguira' analisi e monitoraggi sui liquami per verificare l'eventuale presenza di zinco''.
''Tale presenza - spiega ancora la societa' - era gia' stata denunciata due mesi fa alle autorita' competenti a seguito del riscontro da parte della Sii di valori superiori alla norma e dovuti a scarichi incontrollati e non autorizzati in fognatura''.
Prima del provvedimento di questa mattina, la Sii aveva gia' attivato un servizio di autobotti per il prelievo dei liquami all'ingresso dei depuratori e il successivo trasporto in venti altri impianti del territorio provinciale, prevedendo costi di circa 10.000 euro al giorno di risorse pubbliche. La necessita' di tale servizio viene ora superata evitando quindi di far ricadere i costi sul funzionamento complessivo del servizio.
La Sii puntualizza infine ''che non c'e' mai stata alcuna emergenza riguardante la rete idrica e l'approvvigionamento da parte dei cittadini''. Il sequestro dei due impianti rientra all'interno di un'indagine condotta dalla procura di Terni nell'ambito della quale sarebbero attualmente indagate sei persone.
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