"Per usare un'espressione che in questi giorni va di moda il Pd prova a 'silenziarci', escludendoci dalle liste per le politiche e riducendo ai minimi termini la presenza ecologista tra i futuri parlamentari. Ma ai tanti amici e compagni che in questi giorni ci hanno sostenuto con appelli e dichiarazioni pubbliche e che in queste ore ci invitano a non mollare,  diciamo che di mollare non abbiamo la minima intenzione: per vent'anni ci si siamo battuti per l'ambiente fuori dal Parlamento, continueremo a fare i rompiscatole dove e come possibile". Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, senatori ecodem del Pd, commentano così la scelta del Partito democratico di non ricandidarli.

 

"Il punto non sono i nostri meriti. Sapevamo, continuano i due senatori PD, che la politica non è un concorso per titoli dove vincono i più capaci, e lasciamo a chi vuole male al Pd il facile compito di compilare l'elenco di segretari e segretarie di capi corrente, addetti stampa, portavoce inseriti nelle liste. Su due questioni però non possiamo e non vogliamo tacere. La prima: è desolante che mentre si candida un campione della lotta alla mafia come il procuratore Grasso, al  tempo stesso si continui a dare spazio a figure come Crisafulli, che non molti anni fa fu sorpreso a chiacchierare di appalti con un boss condannato per mafia, o come Vico, che in conversazioni amichevoli con i capi dell'Ilva prometteva di 'far buttare sangue' a chi come noi si impegnava in Parlamento perché all'Ilva non fosse più consentito di avvelenare Taranto impunemente. Seconda questione: la decimazione della pattuglia di ecologisti tra i futuri parlamentari Pd, dalla quale insieme ad alcuni 'eroi' passati dalle primarie di apparato si salvano solo il nostro amico Realacci, pure retrocesso nelle retrovie delle liste lombarde, e Laura Puppato, mostra che il Pd non punta sull'ambiente, sulla tutela del territorio, sulla green economy quali leve importanti  per il consenso e per il cambiamento."

 

"D’altra parte, concludono Della Seta e Ferrante, noi ci ricordiamo bene quanto pesava prima dei referendum dello scorso anno l’ala nuclearista del Pd, anche molto autorevolmente rappresentata, e quanto abbiamo faticato per evitare che anche il nostro partito si accodasse tutto alle scelte del Governo Monti che hanno penalizzato le rinnovabili. Questo per noi è un errore grave, che il Pd rischia di pagare in termini elettorali e che lasca aperta e anzi rafforza l’urgenza di dare rappresentanza politica anche in Italia a un ecologismo moderno, riformista, radicale".

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