Delibera Umbria aborto, Umbrialeft: calpestato un diritto delle donne
Per Attilio Gambacorta si tratta di “capriccio integralista, ideologico e anacronistico”
(AVInews) – Perugia, 17 giu. – “La giunta regionale dell’Umbria cambia le regole sull’interruzione di gravidanza farmacologica: con l’abrogazione di una delibera regionale del 2018, cancella l’indicazione agli ospedali di organizzare con day hospital il servizio per l’interruzione volontaria della gravidanza, scegliendo di accanirsi contro le donne, la loro libertà e autodeterminazione, e lo fa con un provvedimento fortemente ideologico che riporta l’Umbria indietro di anni, allontanandola dal resto d’Europa. L’integralismo politico e ideologico produce cesure insanabili. È l’anticamera delle intolleranze e delle ingiustizie. Svilisce il confronto laico e libero, calpesta le varie sensibilità”. Così l’associazione culturale Umbrialeft, per bocca di Attilio Gambacorta, si unisce “a tutti quelli che in queste ore stanno dimostrando il loro deciso sdegno verso un provvedimento che calpesta un diritto essenziale delle donne”.
“C’è un famoso quadro di Picasso, ‘Le tre età della donna’ – afferma Gambacorta –, che la raffigura in veste di nonna, madre e figlia. Se si declinasse al maschile quel dipinto, pur con tutto il suo valore, non avrebbe lo stesso effetto. Quel quadro rappresenta la centralità della donna nella società. Per conquistare questa centralità ha dovuto duramente lottare contro una cultura maschilista fondata esclusivamente sul possesso. Lotte che hanno caratterizzato tutto il ‘900”.
“Calpesta, inoltre – conclude il rappresentante di Umbrialeft –, la nostra Costituzione, pochi giorni dopo aver festeggiato la nostra Repubblica, che grazie al voto delle donne poté battere la Monarchia nel famoso referendum del 2 giugno 1946. La donna deve essere libera di decidere per la sua gravidanza, ha diritto ad essere assistita. La sua incolumità fisica non può essere messa a rischio per un capriccio integralista ed ideologico, oltreché anacronistico. Indietro non si può e non dobbiamo tornare”.
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