Dap/ L'Umbria non è stata a guardare la crisi
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PERUGIA - "Anche l'Umbria ha pagato un prezzo elevato alla negativa fase congiunturale, in termini di caduta della produzione e del reddito, e di riduzione dei livelli occupazionali, in particolare per i giovani e le donne. Ma la Regione non e' stata a guardare: sono stati attivati gli ammortizzatori sociali in deroga e le politiche attive (corsi di formazione e riqualificazione) rivolte a chi fruisce di integrazioni salariali, per un complesso di impegni pari a 43,7 milioni di euro finanziati per la gran parte con risorse del Fondo sociale europeo. Sono poi state mitigate le conseguenze dell'inasprimento delle condizioni monetarie mediante il rafforzamento del sistema regionale di garanzia per l'accesso al credito".
E' quanto si legge nel Documento annuale di programmazione, approvato stamani dalla prima commissione del Consiglio regionale dell'Umbria. "Guardando all'immediato futuro - si legge ancora nel documento - i principali timori riguardano la crescita, dal momento che la debolezza della domanda internazionale e i problemi di liquidita' del sistema finanziario, combinati con l'effetto recessivo delle manovre di contenimento dei disavanzi pubblici realizzate nella gran parte dei paesi europei, si aggiungono ai fattori di fragilita' del nostro sistema produttivo".
In questo senso le strategie e gli indirizzi definiti dal Dap (che prevede invarianza fiscale e azioni di recupero dei livelli di elusione ed evasione fiscale nei tributi di competenza regionale) si caratterizzano per quattro linee principali: la definizione di una complessiva Riforma istituzionale; il contributo delle politiche regionali alla competitivita' del sistema economico regionale (sostegno a industria, turismo, commercio, agricoltura, all'innovazione e alla green economy, all'istruzione, formazione e politiche per il lavoro ma anche semplificazione amministrativa, sostenibilita' dello sviluppo, difesa dell'ambiente, infrastrutture e sistema dei trasporti); la riforma e il riassetto del sistema della sanita' e del welfare regionale, con riferimento alle politiche per la salute e quelle per il sociale, all'interno del quale si inseriscono le politiche per l'abitazione e quelle per l'immigrazione; la preparazione alla nuova fase della programmazione dei fondi comunitari per il periodo 2014-2020 per rilanciare, secondo la 'Strategia Europa 2020', il sistema economico e promuovere una crescita intelligente, sostenibile e solidale. Il capitolo infrastrutture verra' affrontato sia per quanto riguarda quelle immateriali che quelle viarie.
Mentre per quanto riguarda l'ambiente verra' definita la 'Strategia energetico ambientale regionale 2020', incentrata su: produzione da fonti rinnovabili, efficienza energetica, green economy. Sara' anche redatto il Piano della qualita' dell'aria, ma il fulcro dell'azione su questo versante saranno acqua e rifiuti: nel settore idrico verra' predisposto il regolamento in materia di scarichi, sara' elaborata la proposta di regolamento sull'utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici e verranno messi in campo gli interventi per la definizione del deflusso minimo vitale dei corsi d'acqua.
L'obiettivo previsto dal Piano regionale dei rifiuti, il raggiungimento del 65 per cento di raccolta differenziata entro il 2012, non sara' conseguibile nei tempi previsti, anche se la riorganizzazione dei servizi di raccolta per il passaggio dalla raccolta stradale al sistema domiciliare del 'porta a porta' sta portando risultati molto apprezzabili. I Comuni dovranno provvedere, entro il 2013, alla riorganizzazione in senso domiciliare dei servizi di raccolta dando priorita' alle zone piu' densamente abitate in maniera da raggiungere quote di raccolta differenziata quanto piu' prossime agli obiettivi stabiliti dal Piano regionale. Nel corso del 2012 verra' poi data attuazione alle disposizioni in materia di premi e sanzioni per i Comuni che raggiungono o non raggiungono gli obiettivi fissati in termini di raccolta differenziata.
"Nel 2012 - si legge nel Dap - si faranno sentire gli effetti delle manovre finanziarie del Governo nazionale, che impongono tagli profondi alle risorse disponibili delle Regioni e degli Enti locali, riducendo le risorse previste per la sanita' regionale, inasprendo le regole del patto di stabilita' interno e tagliando i trasferimenti statali, che comportano e comporteranno complessivamente per la Regione Umbria minori risorse pari a 243 milioni per il 2011, 305 milioni per il 2012, 330 milioni per il 2013 e 375 milioni per il 2014. La risposta della Regione si concretizza nella scelta di aprire una grande stagione di riforme istituzionali.
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