(AVInews) – Perugia, 27 mag. – Daniele Brizi è stato rieletto segretario provinciale dell’Unione Italiana Lavoratori Metalmeccanici-Uil Perugia durante il 12esimo congresso della categoria, dal titolo ‘Insieme per ripartire’ che si è svolto venerdì 27 maggio. Il segretario ha fatto un quadro rispetto a come gli scenari degli ultimi tempi, con la pandemia e ora anche la guerra in Ucraina, abbiano influito sul sistema delle imprese e sui lavoratori. “Nella provincia perugina – ha spiegato Brizi –, la crisi legata alla pandemia ha prodotto ulteriori ripercussioni negative su una condizione economica già critica. Il crollo dell’economia e della ricchezza prodotta è stato imputabile principalmente all’indebolimento del nostro sistema produttivo, in particolare del comparto manifatturiero industriale e alla sua incapacità ad affrontare il cambiamento, vista la scarsa propensione all’investimento. Anche comparti ad alta specializzazione, come quello aeronautico, che vede nel territorio aziende storiche e di rilevanza internazionale, hanno accusato gli effetti della crisi pandemica. Mentre altri settori, nei quali gli investimenti mirati all’efficientamento sono stati inferiori, hanno subito stop ancora maggiori, con ampio ricorso ad ammortizzatori sociali, risultati sufficienti a limitare la temuta emorragia di posti di lavoro”. “Senza una solida base produttiva industriale in grado di evolversi – ha proseguito Brizi –, il Perugino e l’Umbria non saranno in grado di sostenere un modello di coesione sociale rispondente alle mutate esigenze. L’indirizzo delle nuove politiche industriali dovrà essere quello di ricreare un modello di specializzazione produttiva, caratterizzato da innovazione dei processi e dei prodotti e sostenibilità ambientale che generi una crescita qualitativa e dimensionale del sistema delle imprese, rafforzandone la capacità competitiva. L’Umbria in termini di produttività ha dieci punti in meno della media nazionale, abbiamo bisogno di elevare questo fattore”. “Anche i modelli di organizzazione del lavoro vanno rinnovati – ha aggiunto il segretario –, puntando sulla qualità e non alla mera riduzione dei costi. Tale modello, infatti, non ha portato benefici al nostro territorio, dove il costo del lavoro inferiore rispetto alla media nazionale non è riuscito a impedire la crisi del sistema. Dobbiamo avere consapevolezza della nostra forza come sindacato, del nostro ruolo, del mandato che le persone ci danno nel farci carico delle loro istanze. Come Uilm abbiamo fatto progressi costanti, in termini di iscritti e di riscontro nelle Rsu laddove abbiamo proceduto con il rinnovo delle rappresentanze. Dovremo, da questo congresso, ripartire con una visione diversa, valorizzando maggiormente la struttura territoriale e i suoi componenti, allargando la presenza in alcune zone della provincia, promuovendo un processo di crescita interna alla nostra organizzazione per tracciare il futuro della Uilm di Perugia”. Poi i temi caldi anche a livello nazionale. “Come Uil – ha ricordato Brizi – abbiamo lanciato a livello nazionale la campagna ‘Zero morti sul lavoro’ che ha visto un’importante iniziativa in piazza IV Novembre a Perugia. Il nostro territorio continua a essere tra quelli più esposti in termini negativi sul tema della sicurezza sul posto di lavoro. Gli ultimi dati Inail rilevano che nei primi tre mesi di quest’anno in Umbria gli infortuni denunciati sono stati 2.757, con un incremento del 34,8% rispetto al 2021. Noi gruppi dirigenti del sindacato dobbiamo diventare protagonisti di un’azione diretta a ottenere migliori condizioni di salute e sicurezza del lavoro, di benessere organizzativo e lavorativo. Bisogna aumentare il numero degli ispettori e delle ispezioni, intervenire con maggiore durezza nei confronti di chi viola le norme sulla sicurezza, fare più formazione soprattutto per i giovani”. “Altro tema che merita la massima attenzione è quello della ‘transizione ecologica’. Abbiamo casi di aziende nel Perugino che potrebbero giovare in maniera importante degli sviluppi inerenti questa materia. Urgono interventi da parte del governo mirati a individuare misure strutturali che accompagnino nel breve e lungo periodo il processo di transizione ecologica, come l’utilizzo degli oltre 10 miliardi di euro previsti dal Pnrr per valorizzare e rendere competitiva la filiera dell’auto”.

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