Dalla Sicilia ad Assisi con il suo cavallo. Un voto sulla tomba di Francesco
Singolare pellegrinaggio di un ristoratore bagherese per ringraziare San Francesco dopo aver superato le difficoltà legate al Covid. L’arrivo davanti alla Basilica, il saluto del Sindaco e dei Frati.
È partito dalla Sicilia il 4 ottobre scorso, attraversando mezza Italia a piedi insieme al cavallo Gandalf, per arrivare ad Assisi dopo due mesi e ringraziare San Francesco dopo aver superato le difficoltà legate al Covid. È la storia di Nino Buttitta, 44 anni, ristoratore di Bagheria, in provincia di Palermo, che ha percorso circa 1.300 chilometri in circa due mesi, camminando fianco a fianco con il suo stallone grigio, che lo ha accompagnato in questa avventura trainando un carretto siciliano, con alcuni beni di prima necessità. Un pellegrinaggio che si è concluso oggi davanti alla Basilica di San Francesco, dove l’uomo è stato accolto dal sindaco di Assisi, Stefania Proietti, dal custode del Sacro Convento, padre Marco Moroni, e da diversi sostenitori che lo hanno raggiunto anche dalla Sicilia.
“È stato un viaggio faticoso e bellissimo – ha raccontato al suo arrivo ad Assisi, prima di salire verso San Francesco – che mi ha cambiato e rigenerato, sono partito ragazzo e arrivato adulto. Ho intrapreso questo pellegrinaggio dopo un momento difficile della mia vita, per ringraziare il Santo che parlava con gli animali. Sono un piccolo ristoratore e, dopo pandemia e lockdown credevo di non farcela ad andare avanti. Ho ritrovato un po' di forza ed entusiasmo recuperando la mia vecchia passione per i cavalli. Dopo una serie di vicissitudini, ci siamo ripresi e ho deciso di fare questo pellegrinaggio insieme a Gandalf. Ho camminato accanto a lui, facendo in media 25 chilometri al giorno. Insieme abbiamo attraversato mezza Italia, dormendo spesso in stalle e ripari di fortuna, a volte mangiando solo biscotti o mele. Gandalf era la mia priorità, se lui avesse avuto problemi avrei fermato il viaggio. Fortunatamente è andato tutto bene, abbiamo toccato tante regioni, conosciuto tanta gente e trovato tanta attenzione, solidarietà e ospitalità. Abbiamo percorso strade interne e statali e siamo stati anche scortati dalla polizia stradale”. “Abbiamo avuto paura soltanto una volta – ha continuato Buttitta – in Calabria, quando siamo stati travolti da un violento temporale e da una tempesta di fulmini e abbiamo avuto difficoltà a trovare riparo. Il momento più bello è oggi, l’arrivo ad Assisi: un sogno che si avvera. Porto nel cuore quanti mi hanno accolto e le tante persone che, apprendendo la storia del mio pellegrinaggio, mi hanno lasciato candele, fazzoletti, maglie o altri effetti personali da portare a San Francesco per chiedere la grazia di una guarigione per un parente o un amico malato. Oggi sono qui anche per loro, a pregare il santo di Assisi. Posso dire che ho trovato un’Italia bella e solidale, fatta di fatica e speranza, che non vuole mollare nonostante le difficoltà. Il mio viaggio vuole essere anche una testimonianza di speranza, solidarietà e pace in questo momento difficile”.
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