di Arm.Alle.

PERUGIA - Si è conclusa ieri sera con una lunga performance eseguita da diversi artisti, al Loop Cafè, la tre giorni dedicata a Paolo Vinti, ad un anno esatto dalla sua scomparsa. La serata finale è cominciata con un Aperitivo Popolare presso la Biblioteca “Cosmo Rosso”, da li ci si è spostati, poi nella “pancia” del Loop Cafè dove artisti, amici e passanti hanno dedicato un momento di riflessione e di poesia a Paolo.
Stipati come pochi, ci siamo ritrovati nella saletta in cima alle scale del Loop ad ascoltare i ragazzi che si alternavano sul palco declamando, cantando e suonando pezzi più o meno noti ma con un unico filoconduttore: il ricordo di Paolo.

A distanza di un anno gli amici di Paolo non si sono fatti trovare impreparati ed hanno voluto, ognuno a modo suo, ricordarlo e rendergli omaggio.

In molti si sono esibiti, ognuno lasciandoci il proprio contributo, un piccolo pezzo di un’esperienza che loro stessi hanno fatto negli anni di conoscenza con Paolo.
Tirando le somme del weekend fitto di appuntamenti, quella di ieri è stata una chiusura perfetta, si è riusciti a conciliare l’amore con la poesia, l’improvvisazione, l’arte la politica e tutti gli elementi che riempivano la vita di Paolo.

Un ultimo ricordo a chiusura delle tre giornate dedicate a Paolo si può sintetizzare con le parole dal collettivo Wu Ming: “La città voleva bene a Paolo, ma per molti era solo un personaggio (a dir poco) eccentrico, un “santo folle” che passava le giornate per le strade e nei caffè, predicando una stramba utopia comunista. Tuttavia, Paolo era molto più di questo: era un intellettuale vero che da anni portava avanti un lavoro titanico su di sé, sul proprio modo di vivere e – soprattutto – sul linguaggio. Paolo era un filosofo di strada, un Socrate nell’agorà umbra, un Diogene gentile nella terra di Francesco. Era un poeta veggente, figura descritta da Arthur Rimbaud in un celebre testo del 1871. Era un militante. Aveva dedicato la vita all’invenzione di un linguaggio che consentisse di immaginare un mondo oltre il capitalismo”. Questo era Paolo.

 

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