Renato Soru lancia istella confermando il dinamismo sardo in materia di sviluppo tecnologico. Nel “continente”, intanto, la Regione Lazio pubblica un catalogo open multimediale ed interattivo con i tesori del territorio. Iniziative che arrivano mentre le statistiche sulle Ict italiane fotografano un -1,8%, rendendo sempre più impellente l’attuazione dell’Agenda Digitale. Anche in ottica occupazione. Gli operatori privati vengono “ingaggiati” dallo Stato per la lotta al cybercrimine

 

Ricerca, contribuisci e condividi: “Silicon Cagliari” colpisce ancora. Da poche ore il numero uno di Tiscali Renato Soru ha lanciato istella, motore di ricerca made in Italy il cui nome sembra fare il verso ai prodotti Apple ma che in realtà sta per “stella” nel dialetto isolano. Lo stesso Soru fuga ogni dubbio sulla volontà di sfidare Google sullo stesso terreno e, memore anche della debacle di Volunia, dipinge un ruolo diverso rispetto alle prerogative del search di Mountain View assegnando un target ben preciso alla sua creatura.

Innanzitutto istella ha come riferimento l’immenso patrimonio culturale, storico ed artistico della Penisola. In secondo luogo, i risultati di ricerca non saranno presentati tenendo conto delle ricerche pregresse, come fanno invece gli algoritmi degli altri motori di ricerca. Ogni italiano vedrà dunque le stesse pagine associate alle stesse chiavi di ricerca. In terzo luogo, c’è il lato “crowd”, con gli utenti che avranno a disposizione uno spazio per la digitalizzazione di testi che non sono ancora in Rete. “Molte cose non sono indicizzate da Google”, afferma lo stesso Soru.

 

E poi le news, le mappe e l’auspicio di poter presto allargare il progetto anche al di fuori della Penisola. “Ci è costato 15 anni di investimento – dichiara Soru – ma è un segmento di mercato che, vendendo pubblicità ed Open Data, fatturerà due miliardi e mezzo l’anno”.

Un obiettivo economico ambizioso soprattutto alla luce delle statistiche presentate da Assinform in materia di sviluppo delle Ict in Italia. Se su scala mondiale le nuove tecnologie segnano un + 5,2% nel 2012, nel nostro Paese il dato è una doccia fredda: – 1,8%. Peggio della media europea, che pur non brillando vede l’Ict crescere dello 0,6%. “Tutti i settori in crescita, dagli smartphone ai tablet agli eReader – dichiara il presidente dell’Associazione nazionale delle imprese It Paolo Angelucci – sembrano essere inseriti in un contesto nazionale ancora poco sensibile all’innovazione. Serve dunque un vero e proprio cambiamento del quadro di riferimento – sentenzia Angelucci – accelerando fortemente per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale”.

Proprio quella che paga l’attuale mancanza di un governo in grado di darle attuazione. “Nel clima di grande incertezza in cui viviamo – conclude Angelucci – l’unica certezza è che la scelta di colmare il gap d’innovazione che ci separa dalle principali economie rappresenta la vera opportunità per aprire un nuovo percorso di sviluppo”. D’altronde, non è da oggi che studi, rapporti e ricerche palesano come sia proprio il mercato delle nuove tecnologie a poter creare posti di lavoro e rappresentare un volano per l’economia con un ineguagliabile rapporto tra investimenti e ritorni.

Tornando sullo specifico della cultura italiana in Rete, da segnalare anche l’iniziativa della Regione Lazio. La Pisana ha infatti lanciato un dataset multimediale sui tesori culturali del territorio messo a punto dal Distretto tecnologico per i beni e le attività culturali. All’apertura di un catalogo di testi, immagini, audioguide e ricostruzioni in 3D si affiancano percorsi suggeriti e spazi di partecipazione come “Il mio viaggio”.

Dite alla Stato se vi hanno attaccato

Solo pochi giorni fa il premier Mario Monti aveva di fatto messo in guardia il Paese in merito al rischio di una cyberguerra. Ieri è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che obbliga gli operatori che forniscono reti pubbliche di comunicazione a segnalare alle autorità ogni singola violazione dei propri spazi informatici arrivata dall’esterno. Ogni attacco hacker, insomma.

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