I comitati ambientalisti della città di Gubbio, ma forse sarebbe meglio dire dei cittadini che non  hanno interessi né conflitti di interesse, se non quello della tutela della salute e dell’ambiente di tutti, pur  senza voler entrare nel gioco inaccettabile dell’alternativa salute o lavoro, polemica divisiva, sollevata  strumentalmente, che danneggia comunque la nostra comunità, ribadiscono la loro posizione.  

 Ripropongono qui di seguito le loro motivazioni:  

- in Italia esistono ad oggi 29 cementerie, venti anni fa erano molte di più come era maggiore il consumo di  cemento pro-capite. Si tratta di un settore evidentemente in crisi strutturale. Anche perché il nostro paese  probabilmente non può sopportare un’ulteriore cementificazione e consumo di suolo;  - la questione del CSS non è un piano energetico ma un piano industriale vero e proprio, collegato all’utilizzo  e alla lavorazione dei rifiuti che andrebbe ben oltre le necessità dell’Umbria. Questa idea di sviluppo è in  rotta di collisione con la vocazione della nostra città, della sua storia e del suo paesaggio;  - la conca eugubina e la nostra città hanno il privilegio, unico in Italia, ad avere due cementifici che insistono  sullo stesso ambiente con evidenti effetti di cumulo;  

- nessuno proibisce, almeno per ora, l’uso del CSS combustibile, ma la Regione si è pronunciata giustamente  a favore del necessario passaggio in VIA (valutazione d’impatto ambientale) del nuovo combustibile e non si  capisce perché i due cementifici non si assoggettano a questa giusta prassi che, come ogni regola, protegge  tutti;  

- il Decreto semplificazioni non annulla affatto il giudizio vincolante della USL 1 di Gubbio secondo cui  devono essere presi in considerazione, citiamo il testo, “i possibili effetti, anche a lungo termine, sulla salute  delle varie fasce di popolazione in termini di rischio incrementale (degenerativo anche neoplastico o  mortalità) per ognuno degli inquinanti prevedibili”. Per cui è necessaria la VIA e quel giudizio non è  superabile, neanche con ricorsi al Tar, perché la salute è un diritto non mediabile, ovvero non può avere un  prezzo né essere subordinata a considerazioni economiche;  

- di fronte alla crisi climatica e alla necessità di una vera transizione ecologica non ci servono soluzioni-non soluzioni come quelle proposte dagli inattivisti del clima (le definizioni sono del più grande climatologo di  oggi Michael Mann), che servono solo a fare cassa e a rinviare il problema, mostrando invece l’incapacità  delle imprese di produrre il nuovo, esplorando vere soluzioni sostenibili e non l’uso del CSS, che oltre a  produrre comunque CO2, immette nell’ambiente sostanze inquinanti e pericolose come le diossine, i metalli  pesanti e le polveri sottili; 

- i rifiuti devono essere sottoposti a recupero di materia e non di energia, come sostiene l’Unione Europea,  ovvero non possono finire come combustibili. Questa è l’economia circolare che, come le vere scelte a  favore dell’ambiente, producono posti di lavoro e occupazione che saranno sostenibili anche domani;  - anche per questo sabato 20 novembre sarà organizzato un convegno on line su Economia circolare, scelte  impiantistiche e opportunità occupazionali, che verrà trasmesso in diretta dalla sala dell’ex-refettorio della  Biblioteca Sperelliana e seguito in presenza dalle ore 9:30 alle ore 12:00. 

 Crediamo che la nostra città abbia oramai perso l’innocenza rispetto ai problemi dell’inquinamento  ambientale, ma sappiamo che i nostri concittadini hanno oramai preso coscienza di un problema che va  affrontato seriamente assieme, con procedure democratiche e non a colpi di azioni di forza. Per questo  ribadiamo il pieno sostegno al Sindaco Stirati e alla sua Giunta, così come a tutte le forze che si sono  espresse a difesa degli interessi della collettività e dei beni comuni.  

 

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