Fonte: www.cgil.it
Il 2010 si conferma anno record per la quantità di ore di Cassa integrazione chiesta dalle aziende, ma dicembre segna un'inversione di tendenza: se infatti nell'intero anno appena trascorso l'INPS ha autorizzato alle imprese italiane circa 1,2 miliardi di ore di Cassa integrazione, con un aumento del 31,68% sul 2009, a dicembre il segnale appare positivo, con un calo del 16,4% sullo stesso mese del 2009 e una diminuzione del 4,7% su novembre 2010. Nell'intero 2010, secondo l'Istituto, la Cassa ordinaria (341,8 milioni di ore) è diminuita del 40,7% rispetto al 2009, mentre la Cassa straordinaria (488,8 milioni di ore) è aumentata del 126,4%. La Cassa in deroga ha raggiunto i 373 milioni di ore, con un +206,5%.
Il 2010 ci consegna, secondo il Segretario Confederale Fulvio Fammoni “una Cassa integrazione straordinaria giunta al termine, con il rischio che molte aziende lasciano a casa definitivamente i lavoratori e un utilizzo della deroga che schizzerà quest’anno con risorse per finanziarla assolutamente insufficienti”.

Dai dati dell’Istituto, infatti, emerge come sottolinea Fammoni che “lo scorso anno si sono registrate 300 milioni di ore di Cassa integrazione in più autorizzata rispetto al 2009, l’anno che da molti era stato considerato il record insuperabile con un drastico peggioramento della qualità della richiesta”. Nel dettaglio, osserva il dirigente sindacale, “la Cassa integrazione ordinaria sta finendo e l’aumento è infatti concentrato nella cassa in deroga e soprattutto in quella straordinaria, l’anticamera della espulsione del lavoro”.

Secondo Fammoni “tante aziende stanno adesso per terminare i periodi di straordinaria e devono sospendere per almeno otto mesi l’utilizzo della cassa, scegliendo se lasciare a casa definitivamente le persone o richiedere l’utilizzo della deroga. Un utilizzo quindi della CIGD che schizzerà ancora più in alto nel 2011 e non c’è al momento certezza del finanziamento per tutto il prossimo anno essendo le cifre stanziate nella legge di bilancio assolutamente insufficienti”. Per il Segretario Confederale della CGIL “di questo dovrebbe occuparsi prevalentemente e prioritariamente il governo, il ministro del Lavoro e quello dello Sviluppo Economico. Far ripartire la produzione, dare certezza di tutele è la priorità assoluta per non chiudere ulteriori imprese e non perdere ulteriore lavoro riducendo ancora la nostra base produttiva. La sbandierata ‘cena degli ossi’ di questa sera - conclude Fammoni - è invece l’immagine di cosa pensa il governo del futuro del lavoro”.

 

Condividi