Crisi idrica/ Approvato dalla Regione piano di emergenza per 6 milioni di euro
PERUGIA - Fronteggiare la crisi idrica che sta interessando anche l’Umbria con strumenti e misure idonei a mitigare gli effetti che la mancanza di precipitazioni ha sugli approvvigionamenti idropotabili, sull’irrigazione e sulla tutela ambientale: con questo obiettivo la Giunta regionale ha approvato, su proposta dell’assessore all’ambiente Silvano Rometti, il Piano di interventi per l’emergenza idrica 2012, per il quale sono immediatamente disponibili circa 6 milioni di euro derivanti da Fondi Fas, regionali e Cipe.
Entrando nel dettaglio del provvedimento, l’assessore Rometti ha ricordato che crisi idrica e misure per contrastarla da tempo costituiscono uno dei punti più importanti dell’agenda della Regione, “a cui si è cominciato a lavorare – ha detto Rometti, insieme a tutti i soggetti interessati, istituzionali e di categoria, già dall’inizio del 2012. Lo scorso aprile è stato inoltre chiesto al Governo di dichiarare lo stato di emergenza idrica, sollecitato dalla presidente della Regione Catiuscia Marini. Il riconoscimento dello stato di emergenza da parte della Protezione civile nazionale ci consentirebbe infatti di velocizzare procedure ed investimenti e quindi di fronteggiare più efficacemente la crisi”.
Da gennaio 2011 ad aprile 2012, ha poi ricordato Rometti c’è stato un deficit di precipitazioni di quasi il 39 per cento su tutto il territorio umbro. I dati 2011,2012 raffrontati con quelli del 2001,2002 e del 2006,2007, anni delle precedenti crisi idriche, evidenziano una situazione molto grave con deficit in alcuni mesi superiori al 90% rispetto alla media storica. Le abbondanti piogge di aprile – ha proseguito Rometti – non hanno comunque compensato le perdite e non hanno sollevato falde, invasi e fiumi dallo stato di grave sofferenza”.
Fra le misure previste per l’approvvigionamento idropotabile, nel Piano vengono date precise disposizioni per il risparmio idrico, attraverso programmi di razionamento, di riduzione notturna delle pressioni di esercizio o di recupero delle perdite delle reti acquedottistiche.
“Per quest’ultimo intervento – ha detto Rometti - abbiamo messo a disposizione degli ATI 4 milioni e mezzo di euro di Fondi FAS 2007-2013. Si tratta di una misura che consideriamo strategica e rispetto alla quale occorre che gli ATI operino celermente, dando attuazione al Regolamento a suo tempo approvato dalla Giunta fra i cui obiettivi prioritari c’era proprio quello della riduzione delle perdite”.
Verranno inoltre attivate le azioni necessarie a mettere in esercizio gli acquedotti realizzati dopo il terremoto del 1997 che ancora non sono stati presi in carico dai Gestori. Saranno inoltre accentuate le azioni di controllo di Provincie, Comuni e Autorità d’Ambito affinché si evitino usi impropri della risorsa idrica.
Il Piano prevede inoltre di accelerare gli interventi relativi all’acquedotto del Monte Subasio, con la messa a disposizione dell’ATI2 di acqua per circa 120 litri/sec (il costo complessivo dell’intervento è di 2 milioni 850 mila) e al sistema acquedottistico Montedoglio, la cui ultimazione del quinto stralcio permetterà di completare l’asse principale Citerna-Ascagnano e l’interconnessione con il sistema dell’Alta Valle del Tevere e con il sistema del Perugino.
“Un milione e mezzo di euro – ha annunciato Rometti – sono inoltre immediatamente disponibili per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle aree spondali, del reticolo idrografico e per garantire gli afflussi al Lago Trasimeno. Nonostante la positività delle misure e delle risorse messe in campo dalla Regione Umbria, soprattutto attraverso il Piano stralcio per il lago Trasimeno, è evidente – ha aggiunto Rometti - che la stabilizzazione del livello idrometrico del Lago potrà avvenire solo con la realizzazione di interventi di adduzioni, da Montedoglio e Casanova, che con apporti cotanti potranno sopperire alle carenze di precipitazioni”.
Relativamente alla diga del Montedoglio, secondo Rometti la situazione dell’invaso “fa ben sperare sulla capacità di poter rispondere nel periodo estivo alle richieste di prelievi idropotabili e di fabbisogno irriguo dei comprensori umbri e toscani collegati alla condotta di adduzione. A gennaio 2012 la diga disponeva di un invaso che non poteva garantire i fabbisogni idropotabile, irriguo ed ambientale delle due regioni. Per questo – ha concluso Rometti - Umbria e Toscana sono intervenute sui rilasci, imponendo la riduzione immediata a 0,5 mc/sec della portata a valle dell’invaso. Ad oggi il volume della diga ha raggiunto i 52 milioni di mc. Ciò ha permesso di ripristinare il pieno sostegno alla portata minima vitale attraverso un incremento dei rilasci della diga fino a 1,8 mc/sec”.
Martedì
26/06/12
08:52
Ma Rometti che chiacchiera?
Non ha fatto nessun controllo, i lavori del Doglio sono fermi da anni... Pensasse a questo: l'acqua bene comune, di tutti e per tutti.
Questo pensasse altro che al suo autista nel CDA di Umbra Acque!