Con la crisi economica peggiorano le condizioni degli italiani, è proprio la mancanza di risorse economiche che crea i problemi maggiori nelle famiglie, per le casalinghe, ma anche ai singoli, e sebbene gli immigrati siano i più in difficoltà sono sempre di più gli italiani che non ce la fanno, che chiedono i pasti alle mense dei poveri. Rispetto allo scorso anno sono il 33,3 per cento gli italiani che si sono rivolti ai Centri di ascolto Caritas (erano 28,9 per cento nel 2001). In aumento le casalinghe (+177,8 per cento), gli anziani (+51,3 per cento) e i pensionati (+65,6 per cento).

 

Il quadro tracciato da "I ripartenti", il Rapporto su povertà ed esclusione sociale della Caritas Italiana non lascia adito ad interpretazioni. In base agli ultimi dati relativi ai primi 6 mesi del 2012 si confermano alcune linee di tendenza: aumentano ancora gli italiani (+15,2%); stabili i disoccupati (59,5%); aumentano i problemi di povertà economica (+10,1%); diminuisce del 10,7% la presenza di persone senza dimora o con gravi problemi abitativi; aumentano gli interventi di erogazione di beni materiali (+44,5%). Qualche sorpresa arriva dalla distribuzione geografica. Nel corso del 2011 si sono rivolte ai Centri d'ascolto diocesani selezionati 31.335 persone, e di queste "il 57% vive nelle regioni del Nord".

Aumentano le persone che richiedono ascolto personalizzato e inserimento lavorativo (+34,5 e +17%); e parallelamente aumentano del 122,5% le attività Caritas di orientamento (professionale, a servizi, a opportunità formative, ecc.); aumenta del 174,8% il coinvolgimento di altri enti e organizzazioni.

 

Per il segretario del Prc Paolo Ferrero, il rapporto della Caritas sulla povertà “dimostra con tutta evidenza come i provvedimenti di austerity del governo Monti stiano peggiorando le condizioni di vita delle fasce più deboli della popolazione”. “Quanto denunciato dalla Caritas – e non dai “comunisti”! – è l’ennesimo segnale del massacro sociale – continua Ferrero - che i tecnici stanno compiendo: la crisi la stanno pagando i poveri! C’è una sola soluzione: mandare a casa questo governo che ha dichiarato guerra agli italiani e invertire totalmente la rotta, con politiche pubbliche all’insegna dell’intervento pubblico in economia per rilanciare l’occupazione, della tassazione su grandi patrimoni, rendite e transazioni finanziarie e dei tagli a grandi spese inutili come la Tav”.

A puntare il dito contro il Governo è anche lo Spi-Cgil, che “si è dimenticato – sottolinea Carla Cantone, segretario generale della categoria - di affrontare le vere emergenze del paese, come quella relativa alla condizione degli anziani e dei pensionati. Anzi, per le decisioni che ha preso potremmo dire che le ha perfino acuite".

Fonte: controlacrisi.org

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