Crisi - Cremaschi lancia il movimento "Non pagare il debito"
PERUGIA - Prende corpo il movimento per il 'no al debito' con la prima assemblea nazionale al teatro Ambra Jovinelli di Roma. Al termine dell'appuntamento promosso dal dirigente sindacale Fiom, Giorgio Cremaschi, e' stato approvato a larga maggioranza un documento che apre un percorso, che avra' come prime tappe la partecipazione alla mobilitazione europea degli 'indignados' del 15 ottobre e una nuova assemblea nazionale a dicembre. L'idea e' quella di dare vita' a un "movimento radicato e partecipato", anche con la costruzione di comitati locali, e di lanciare una "petizione di massa sul diritto a votare sul vincolo europeo, che uccide la nostra democrazia.
Chi non e' disposto a rinviare al mittente la lettera della Banca europea, non sta con noi. Non abbiamo scopi elettorali, ma intendiamo intervenire in modo indipendente nella vita sociale e politica del paese". Nel documento finale tra l'altro si afferma l'intenzione di "costruire uno spazio politico pubblico, che viene negato dalla sostanziale convergenza del governo e delle principali forze d'opposizione nell'accettare i diktat della Banca europea, del Fmi, della Confindustria e della speculazione finanziaria", per rifiutare "le politiche e gli accordi di concertazione e patto sociale, che distruggono i diritti sociali e del lavoro. Non vogliamo piu' pagare una crisi provocata e gestita dai ricchi e dal grande capitale, rivendicando futuro, sicurezza, reddito, lavoro, uguaglianza e democrazia".
Cinque i punti da cui partira' l'iniziativa del nuovomovimento: "1. Non pagare il debito, far pagare i ricchi e gli evasori fiscali, nazionalizzare le banche - 2. No alle spese militari e cessazione di ogni missione di guerra, no alla corruzione e ai privilegi di casta - 3. Giustizia per il mondo del lavoro, basta con la precarieta' -4. Ambiente, beni comuni, stato sociale e diritto allo studio nella scuola pubblica - 5. Rivoluzione per la democrazia, parita' di diritti per i migranti, vincolo europeo sottoposto al voto popolare".
All'appuntamento "Dobbiamo fermarli" - proposto tra gli altri da Gianfranco Mascia del Popolo viola, da Giovanni Barozzino delegato sindacale licenziato dalla Fiat di Melfi, dallo storico Antonio Moscato e dall'ex deputato Prc Franco Russo - hanno aderito esponenti di Cgil, Fiom e dei sindacati di base, militanti No Tav e per i beni comuni, intellettuali come Andrea Camilleri, Valerio Evangelisti e Gianni Vattimo, padre Alex Zanotelli, studenti e rappresentanti di forze politiche dell'ultrasinistra come il Partito comunista dei lavoratori di Marco Ferrando e Sinistra critica. Presente all'assemblea anche il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, che ha sottolineato la necessita' di costruire un movimento autonomo "dai governi, dai padroni e dai partiti".
Domenica
02/10/11
20:17
Si, come hanno fatto gli islandesi, è l'unica strada da percorrere. Sono d'accordo con Cremaschi perchè è ora che le "banche" italiane e straniere, e soprattutto i loro padroni, paghino dopo essersi arricchite ingiustificatamente e dopo aver fatto fallire le imprese italiane ed anche molti molti Comuni con i truffaldini "swap".
Bene! bravo! sottoscrivo!
SignorGI