di Fosco Taccini

Stanno suonando nuovi e forti campanelli di allarme, che dovrebbero far riflettere attentamente sulla crisi climatica e il riscaldamento globale in corso. Nel 2021 le temperature dell'Oceano hanno fatto registrare un nuovo record, raggiungendo i valori più elevati per il sesto anno consecutivo. E il Mediterraneo è il bacino che si scalda più velocemente.

Questo è quanto emerge da uno studio internazionale che sottolinea: "la variazione del contenuto termico degli oceani nel 2021 è equivalente all'energia che si otterrebbe facendo esplodere 7 bombe atomiche ogni secondo per tutta la durata dell'anno". Gli scienziati hanno puntualizzato che il nuovo record è stato raggiunto nonostante nel corso dell’anno passato si sia manifestato il fenomeno conosciuto come La Niña (che porta temperature fredde sugli oceani) che ha mitigato il riscaldamento nell'oceano Pacifico.

L'Oceano assorbe circa un terzo della CO2 emessa dall'uomo, ma il riscaldamento delle acque riduce l'efficienza di questo processo così resta una percentuale maggiore di CO2 in atmosfera. Oceani sempre più caldi innescano le condizioni ideali per tempeste e uragani sempre più violenti e ricorrenti. Inoltre, l'acqua più calda (meno ricca di ossigeno) ha ripercussioni sulla catena alimentare e gli habitat naturali.

A più riprese è stato avvertito che il riscaldamento delle acque degli oceani ne provoca l’aumento di volume. E questo ha ripercussioni drammatiche non solo per gli atolli del Pacifico e le isole Maldive, ma anche per le nostre aree in prossimità coste.

È assolutamente necessario, pertanto, invertire la rotta e intraprendere azioni concrete per modificare stili di vita e modelli di produzione.

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