Al sindacato «arrivano sempre più spesso» lettere di «gente disperata, che ha smesso anche di arrabbiarsi». Lo afferma in un'intervista a 'Repubblica' il segretario della Cgil Susanna Camusso che sottolinea come sono «quattro anni che il popolo dei lavoratori dipendenti e dei piccoli imprenditori fa sacrifici». E «se alle persone togli l'orizzonte - osserva - non puoi stupirti dei drammi. I sacrifici senza speranza sono la formula della disperazione».

Il segretario Cgil spiega come «molti abbiano cominciato a convincersi che questa crisi non avrà fine. Che i sacrifici di questi quattro anni sono stati inutili». Senza commentare le parole di ieri di Monti sulle responsabilità di chi ha governato in passato, la Camusso ricorda che «per anni i governi hanno detto che presto ci sarebbe stata la ripresa. Poi l'autunno scorso si è scoperto che non è così. Che bisogna fare altri sacrifici. E la gente li ha fatti sperando che sarebbero serviti a uscire dalla crisi. Invece adesso si scopre che i sacrifici aumenteranno ma la crisi non finirà».

Per il segretario della Cgil è la «disillusione che fa nascere i drammi di questi giorni» e invita il governo a «cambiare e presto per non arrivare al punto di rottura con il paese». L'esecutivo, osserva, «deve decidere finalmente di fare una politica equa» e rinnova l'invito per «la riduzione progressiva del peso fiscale sulle buste paga e un'Imu proporzionale ai redditi sulla prima casa» oltre alla distribuzione dei «frutti della lotta all'evasione». Senza un cambio di rotta, conclude, «temo che i drammi di questi giorni siano destinati a ripetersi».

Condividi