PERUGIA - Avviamo in questi giorni un “progetto pilota”, a livello nazionale ed europeo, in linea con le attuali politiche generali nazionali di coesione territoriale con riferimento alla regione Tiberina (il Bacino Idrografico del Tevere), finalizzato allo sviluppo endogeno sostenibile, alla creazione di valore aggiunto attraverso il rafforzamento della coesione territoriale, all’interdisciplinarità e all’intersettorialità, alla governance di processi riguardanti Soggetti pubblici e privati con natura, scala e funzioni differenti, nel rispetto delle autonomie e tenendo conto del principio di sussidiarietà, sfruttando il lavoro già svolto e il know-how acquisito su questo potenziale “Distretto” (culturale, della new-soft-green economy, etc) individuato sia attraverso fattori storico-geografici sia attraverso comuni caratteristiche, identità e vocazioni. Fra gli scopi precipui anche ridurre le differenze di sviluppo nella regione Tiberina, partendo dall’analisi dello stato di fatto per puntare ad una valorizzazione delle variegate specificità sub-regionali nell’ambito di un’azione sinergica finalizzata alla crescita complessiva dei livelli socio-economici, nella sostenibilità (cioè anche in una prospettiva di durevolezza dei risultati, considerati tutti i vincoli sia naturali sia di diverso genere).

Indirettamente si può anche ravvisare la possibilità di convalidare una metodologia di riferimento e le strategie portate avanti dal Consorzio Tiberina fin dalla sua costituzione a inizio 2010. Del resto, già da prima della delega al Ministro Barca (su richiamato in link - per così dire -) citavamo il “Rapporto Barca” per l'U.E. (www.ministrocoesioneterritoriale.it/progetti/) in un “Manifesto” (www.unpontesultevere.com/pdf/manifesto.pdf) pubblicato in un momento di sintesi dell’attività di avviamento del Consorzio. Come già descritto in molteplici passati comunicati, con tale progetto si vuole creare un ponte fra passato, presente e futuro, fra città e campagna, fra “poli” di ricerca e progettazione e “reti” applicative sul territorio, per fare della Tiberina un “territorio di progetto” (territorio-laboratorio), nel quale sia le tre componenti tradizionali dell’economia – agricoltura, manifatturiero e servizi – sia il settore del quaternario (terziario avanzato) trovino un punto di fusione attorno alle parole/frasi-chiave: “innovazione”, “integrazione dei saperi e interdisciplinarità”, “mettersi in rete”, “fare sistema”, “condivisione, partecipazione e costruzione dal basso”, “cura del territorio”, “qualità del lavoro e della vita durature”, “nuovo approccio per la crescita”, “impiego ottimale delle risorse disponibili”. L’avvio di un Contratto di Fiume nel sub-Bacino del Paglia (fra Toscana, Lazio e Umbria) a cura del Consorzio Tiberina è stato già un importante test, vista l’unicità della situazione anche nell’ambito di tale particolare strumento.

Per ulteriori informazioni, oltre a quanto contenuto nel portale www.unpontesultevere.com, si può prendere contatto con i nostri uffici. Il Consorzio resta ovviamente soggetto “aperto” a nuovi contributi e partecipazioni, impostando sempre le cose con costrutto, perseguendo l’onestà intellettuale e materiale e la serietà delle scelte in una prospettiva di concreto sviluppo dei territori. Nell’ottica su descritta potrebbero ottenere il massimo valore aggiunto – in una visione sistemica – alcune linee d’intervento quali, a titolo esemplificativo:
a. Integrare in ottica di coesione situazioni variamente differenziate, fra habitat urbani e habitat rurali, quanto a:

• aree di eccellenza, ben valorizzate, che possono fare da traino per le altre;

• aree dotate di potenziale, che risulta oggi da scoprire / riscoprire / rivalorizzare;

• fasce di territorio da recuperare e inserire in un sistema virtuoso, soprattutto in periferie e aree immediatamente extraurbane a perdita di vocazione economico-produttiva.

b. Rete turistica per Italia ed Estero e micro-turistica per gli abitanti della Capitale. Costruzione, collocazione e promo-commercializzazione del prodotto turistico della regione Tiberina. Sviluppo di servizi multimediali di informazione e promozione per una comunicazione integrata.

c. Recupero (anche edilizio) di borghi e risorse abbandonate nei piccoli Centri. Per esempio, incentivazione alla ristrutturazione destinata a “ripopolamento” (problema sociale di Comuni o Frazioni che si svuotano) o ad utilizzazione economica (“albergo diffuso”, etc). Connessi indirizzi e interventi per tele-lavoro, lavoro giovanile, microimprenditorialità diffusa, etc.

d. Intermodalità sostenibile: integrazione fra piste ciclabili, sentieri, itinerari vari, tratti navigabili di fiumi, recupero o rivalorizzazione di ferrovie locali, etc, secondo modelli tipici di grandi fiumi europei come Danubio, Reno, Rodano, etc. Gli interventi sarebbero mirati e ad altissimo valore aggiunto, tramite “ricucitura” di opere sparse già realizzate sul territorio.

e. Recupero di immobili quali case cantoniere, stazioni abbandonate, etc, per utilizzazioni in rete nel progetto complessivo. Interventi di riqualificazione su immobili di pregio storico-documentario, supporto al federalismo demaniale.

f. Recupero, re-infrastrutturazione o ri-destinazione (per esempio tramite agricoltura cooperativa) di suoli in aree degradate o a perdita di vocazione. Tecnologie sostenibili e reti di servizi per l’accessibilità.

g. Formazione e supporto all’impresa su: valorizzazione del patrimonio immateriale, attività culturali e micromuseali, artigianato, prodotti tipici, enogastronomia, attività ricreative (escursionismo, sport all’aria aperta, etc), ecoturismo, etc.

h. Sviluppo di una rete di cooperazione tra università, ricerca e impresa, al fine di favorire il trasferimento d’innovazione, in particolare nei campi delle ICT, delle tecnologie per le “smart city”, della new-soft-green economy in generale, delle infrastrutturazioni strategiche per lo sviluppo del territorio.

La struttura operativa è dunque per più aspetti “aperta”: ad apporti e interscambi, ad interazioni territoriali (si pensi ad assi, direttrici e infrastrutture non strettamente confinati in Tiberina, come quello Civitavecchia-Viterbo-Orte-Terni-Rieti-L’Aquila) e ad adesioni, sia di soggetti privati ed Enti Locali al Consorzio (in ispecie Province, oltre a quelle già consorziate) sia di Regioni al progetto (le 6 della così detta “Italia di Mezzo”: Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Toscana, Umbria). Per citare l’intervento del Prof. Mario Morcellini – del nostro Osservatorio Istituzionale – al Convegno organizzato a fine 2011 ("Call for Ideas"): “Occorre dare speranza alle nuove generazioni, e quella del fiume è un’ottima metafora dell’antideclino, dell’unione, della ripresa e perfino del bene comune”. 

CONSORZIO TIBERINA – Agenzia di sviluppo per la valorizzazione integrale e coordinata del Bacino del Tevere

 

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