TERNI - In crescita il numero delle imprese in provincia di Terni nel terzo trimestre di quest'anno: tra luglio e settembre si sono infatti registrate 235 iscrizioni a fronte di 167 cancellazioni, il saldo è pertanto positivo (+68).

E' quanto emerge, in sintesi, dai dati diffusi da Unioncamere-Infocamere sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel terzo trimestre 2018 ed elaborati dall'Ufficio informazione economica della Camera di commercio di Terni.
Il bilancio dei settori - spiega l'ente camerale in una nota - fotografa una situazione di sostanziale tenuta, ad eccezione del commercio che resta ancora in terreno negativo (42 iscrizioni tra luglio e settembre a fronte di 64 cessazioni).

Saldo lievemente in positivo nei settori dell'agricoltura (+7) e delle costruzioni (+5).

La perfomance ternana a livello tendenziale registra, rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, un +0,31%, mentre il tasso di crescita a livello regionale si fermo allo 0,19%.
Un segnale positivo arriva dalla crescita delle società di capitale (+0,77%) indicativo di una economia che - secondo la Camera di commercio - cerca di strutturarsi, anche se lo scostamento in positivo è sotto all'1%, stesso trend a livello regionale che segna una crescita dello 0,72% delle società di capitale.
In valore assoluto sono 5.508 le società di capitale, 3.847 le società di persone, 11.612 le ditte individuali, 707 le 'altre forme' (cooperative e società consortili) per un totale di 21.674 imprese registrate, che in valore percentuale si traduce in un lieve +0,31% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.
"Il tessuto imprenditoriale della nostra provincia continua a risentire degli effetti della crisi - sottolinea il presidente dell'ente, Giuseppe Flamini - tuttavia i terminali della Camera di commercio hanno registrato un lieve incremento nel numero delle iscrizioni. Il valore assoluto in positivo raggiunto dalle società di capitale, che registrano un saldo di 42 unità è di per sé confortante ma non basta, occorre infatti indagare all'interno di questo saldo per valutare la qualità e le potenzialità delle nuove imprese ma anche la portata di quelle che hanno chiuso i battenti". Secondo Flamini, per sostenere la crescita "occorrono nuovi strumenti e misure per aiutare i giovani e gli imprenditori ad investire nel cambiamento, penso soprattutto alla sfida del digitale". 

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