Covid, ecco Soberana plus: il vaccino cubano efficace al 91% in tre dosi
BioCubaFarma, la holding biotecnologica governativa di Cuba, ha annunciato di aver messo a punto un vaccino con un’efficacia del 91,2%. Sono i primi risultati dello studio clinico su larga scala della vaccinazione con tre dosi, due del vaccino «Soberana 2» e una terza del «Soberana plus». Il trial ha coinvolto 44 mila volontari reclutati sull’isola che affronta la peggiore ondata epidemica dall’inizio della pandemia. In questo momento si contano quasi quattromila nuovi casi al giorno, un numero notevole per un’isola di 11 milioni di abitanti.
IL VACCINO SI È RIVELATO efficace contro le varianti che oggi circolano a Cuba, dove domina la “beta”. È il ceppo virale individuato per la prima volta in Sudafrica e che, tra tutte le varianti note, ha dimostrato la maggiore capacità di sfuggire ai vaccini. Il vaccino AstraZeneca, ad esempio, in Sudafrica ha dimostrato un’efficacia del 22%. Soberana è il secondo vaccino sviluppato sull’isola a raggiungere un’efficacia superiore al 90%, dopo il vaccino Abdala.
La vaccinazione con tre dosi messa a punto dai ricercatori cubani però è particolarmente interessante da diversi punti di vista. Innanzitutto, è uno dei primissimi studi su larga scala sulla sicurezza e l’efficacia della terza dose. Anche l’azienda statunitense Pfizer ha annunciato di voler richiedere alla Food and Drug Administration l’autorizzazione della terza dose in tempi brevi. Ma i dati positivi a disposizione dell’azienda riguarderebbero la produzione di anticorpi, e non l’effettiva protezione dall’infezione con le diverse varianti.
Un altro punto a favore del vaccino cubano è la sua tecnologia. A differenza dei vaccini a Rna o basati sui vettori virali, Soberana 2 e Soberana Plus utilizzano un metodo di immunizzazione già collaudato e sicuro anche nei neonati. I due vaccini, infatti, si limitano a esporre il sistema immunitario a una porzione della proteina “Spike”, quella che permette al coronavirus di infettare le cellule. Vaccini di questo tipo sono denominati «a subunità». Hanno il vantaggio di poter essere conservati senza particolari sistemi di refrigerazione e di essere ben conosciuti. Lo stesso approccio è già stato adottato con successo per altri vaccini (per esempio, contro la meningite) somministrati in decine di milioni di dosi sotto l’egida dell’Oms, che ha spesso ricorso ai vaccini cubani per le campagne vaccinali nei Paesi in via di sviluppo.
DATO CHE SI TRATTA solo di sintetizzare proteine da combinare con un adiuvante di larghissima disponibilità come l’idrossido di alluminio, la produzione di questi vaccini ha costi limitati ed è facilmente esportabile. Cuba ha dichiarato una capacità produttiva di circa cento milioni di dosi per il 2021 e ha già dato la sua disponibilità a trasferire le tecnologie vaccinali nei Paesi che lo richiedono senza royalties, se fosse necessario aumentare la capacità produttiva. Sono già stati stretti accordi per la produzione locale con Argentina, Venezuela e Iran. In parallelo, Cuba ha avviato il processo di approvazione dei suoi vaccini presso l’Oms, che funge da agenzia regolatoria sovranazionale. Se ci fosse il via libera da parte dell’Oms, il farmaco potrebbe offrire una risposta all’accaparramento di vaccini da parte dei Paesi più industrializzati. Una disparità che rischia di mettere in crisi tutti, ricchi e poveri. A lungo andare, la circolazione del virus in larghe sacche di popolazione può dar vita a varianti insidiose in grado di sfuggire al sistema immunitario che annullerebbero anche il vantaggio di essere già vaccinati.
SULL’EFFICACIA DIMOSTRATA dal vaccino cubano per ora è disponibile solo l’annuncio di BioCubaFarma. I dati, fa sapere BioCubaFarma, saranno a disposizione di tutti, in totale trasparenza. L’Oms li sta già esaminando e molti sono già disponibili sugli archivi online biorXiv e medrXiv, ormai usatissimi dalla comunità scientifica per diffondere le nuove ricerche.
Il vaccino cubano ha un’ulteriore potenzialità: la terza dose Soberana plus potrebbe essere impiegata anche come richiamo, dopo altre vaccinazioni o in soggetti guariti dal Covid-19. Se fosse necessario un richiamo, sarebbe un’opzione da valutare anche per quei Paesi che finora hanno utilizzato altri vaccini, come il nostro.
il manifesto 10.07.2021
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