di Luigi Manconi

La Corte di Assise di Appello di Torino ha deciso di rivedere la pena per Alfredo Cospito, condannato all'ergastolo per l'attentato del 2 giugno del 2006 alla Scuola Allievi Carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo.

Ora Cospito dovrà scontare 23 anni di reclusione.
Si tratta finalmente di una sentenza equilibrata, che fa riflettere dolorosamente su quanto spreco di energie e di emozioni, di odio e di sofferenza, di accanimento e di radicalizzazione questo "caso Cospito" abbia comportato.
Se i reati imputati a Cospito fossero stati giudicati e sanzionati come reati, e non come una dichiarazione di guerra civile, ci saremmo risparmiati tanta esasperazione e tanta violenza, Cospito sarebbe stato giudicato come autore di reati e non come il Nemico Assoluto, la giustizia sarebbe stata amministrata con equilibrio e ragionevolezza e Cospito non sarebbe stato proposto come un mostro o come un martire.
PS: Ho sbagliato e mi correggo. Intendevo dire: "più equilibrata" e non, certo, "equilibrata in assoluto". In altre parole, tutta la vicenda di Cospito è stata alterata, deformata e dilatata fino ad assumere connotati abnormi (e credo di averlo scritto decine di volte): è stata trasformata in un episodio di guerra civile, scatenato dal Nemico Assoluto. Quest'ultimo, a sua volta, ha consentito che si realizzasse una operazione di martirizzazione che ha trasformato in simboli quelli che dovrebbero essere semplicemente fatti: un reato e la sua sanzione. La sentenza di ieri può contribuire a ridimensionare la vicenda.

Fonte: facebook

 

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