PERUGIA - Nell'era del COVID 19 (tutt'altro che conclusa) spesso è passata l'idea (almeno in alcune realtà della Lombardia) che in casi estremi, alle persone fragili e/o anziane potessero non essere destinatate le “cure” necessarie alla sopravvivenza! Le persone fragili e/o anziane, considerate nei fatti “scarti”, come più volte ha denunciato Papa Bergoglio. Siccome l'emergenza non è finita dobbiamo contrastare tale deriva culturale e sociale.
Siamo più che mai convinti, che la civiltà di una comunità si misura dal “come” tratta le persone più deboli. E lo facciamo partendo dal nostro territorio e dalla nostra regione!
Il fatto che in Umbria si viva più a lungo è una conquista che vorremmo non venisse scalfita dagli interpreti del “nuovo”! Nella nostra regione le aspettative di vita è di 86 anni per le donne (in Italia è di 85,3) e di 81,9 per gli uomini ( in Italia 81,0 ). Nella Provincia di Perugia gli ultra 65enni sono 163.909 e gli ultra 75enni 77.804. Ben oltre il 26% della popolazione complessiva. Queste persone vanno tutelate e non demonizzate. In questo senso, è utile sapere che la metà delle donne anziane vive da sola e che: il 24,9%, sempre delle donne anziane, ha limitazioni croniche (il 18% per quanto riguarda gli uomini). Cioè si vive a lungo, ma spesso si vive male, con tante problematiche sociali e sanitarie. Rendere questa vita dignitosa e garantire i diritti alle persone più fragili, dovrebbe essere il compito di una società avanzata, evitando esclusioni e sottovalutazioni. Questo è l'obiettivo che come SPI ci poniamo, in un necessario rapporto positivo con le nuove generazioni!
Mario Bravi Segretario SPI-CGIL Perugia

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