PERUGIA - Continuano ad arrivare al sindacato segnalazioni da parte di lavoratrici e lavoratori umbri sul mancato rispetto in molti luoghi di lavoro delle fondamentali regole per il contenimento della diffusione del virus previste dai decreti governativi e dal protocollo tra sindacati e associazioni datoriali.

In una nota Nidil Cgil Perugia (sindacato che rappresenta i lavoratori somministrati e atipici) e Flai Cgil Umbria denunciano la situazione riscontrata in alcune importanti aziende del territorio. “Alla Salpa di Pistrino, che ha uno stabilimento anche a Montone, oppure alla Renzini, sempre in Alto Tevere, o la Be Food di Acquasanta, non siamo riusciti ad avere alcuna risposta alle nostre richieste eppure in quegli stabilimenti convivono ogni giorno centinaia di lavoratori e lavoratrici sia diretti che somministrati”.

“Qualche lavoratore, armandosi di coraggio – riferiscono i sindacati – ci ha raccontato che nella propria azienda un collega ha accusato sintomi di febbre e non sappiamo che azioni siano state messe in atto, forse una semplice sospensione della linea dove era impiegato, mentre il resto dell’azienda ha continuato a lavorare normalmente. Un somministrato poi – aggiungono Flai e Nidil - ci ha mandato la foto di una mascherina non conforme al decreto (effetto placebo!!!)”.

Di fronte a episodi del genere e nell'impossibilità di intervenire direttamente non avendo una rappresentanza interna, Flai e Nidil Cgil “chiedono alle istituzioni preposte, in primis alla prefettura di Perugia, insieme ai sindaci dei Comuni citati, di intervenire per verificare che le misure di contenimento siano adottate e in che modo lo siano, al fine di tutelare la salute dei diretti interessati, ma anche dell'intera cittadinanza, perché il virus non conosce cancelli o confini”.

“In ultimo – concludono i due sindacati - sarebbe opportuno che la stessa Confindustria Umbria, firmataria del protocollo per il contenimento del contagio, invitasse le aziende ad aprire percorsi di condivisione, che possano rafforzare le azioni di contrasto e contenimento. Le buone pratiche che abbiamo adottato in molte aziende nelle quali siamo presenti stanno producendo un minimo di serenità e tranquillità tra i lavoratori (anche se la paura resta), crediamo che riproporle in ogni luogo di lavoro sia un diritto inderogabile delle lavoratrici e dei lavoratori della nostra regione”.

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