Qualcuno, nel leggere questo ordine del giorno, avrà sicuramente pensato che fosse l’ennesima iniziativa del consigliere di Sel/Sinistra Italiana per attaccare il governo.

Niente di più fuorviante.

Su questo argomento già da tempo la CIGL, sia nella sua componente regionale che in quella nazionale, ha posto la sua attenzione attiva e anche Sel/Sinistra Italiana ha preso e sta prendendo iniziative in varie parti del Paese, in particolare in Umbria dove sta presentando ordini del giorno specifici in varie realtà nelle quali è presente.

Ma le critiche e le perplessità sono più vaste. Ad esempio il presidente dell’INPS Boeri sostiene che: “Bisogna intervenire in modo draconiano, drastico, nel reprimere forme fraudolente dell’utilizzo dei voucher” (perché stanno diventando) “la nuova frontiera del precariato”. Inoltre Boeri, analizzando i dati, ha indicato la poca incidenza della raccolta contributiva, pari a 150 milioni di euro, quando lo strumento coinvolge l’8% dei lavoratori in Italia.

Persino il governo, con colpevole ritardo, sta cercando di occuparsene attraverso la così detta “tracciabilità”. Ma anche questa proposta è inefficace e inadeguata perché non risolve, comunque, il fenomeno per il quale un voucher viene utilizzato per pagare prestazioni superiori ad un’ora lavorata.

Ricordo ai meno attenti, che, nelle passate consiliature, sempre per iniziativa di Sel, furono discussi e votati in Consiglio ordini del giorno sulle tematiche del lavoro, da quello per la salvaguardia dell’articolo 18 fino a quello contro le dimissioni in bianco.

Abbiamo poi tutti visto che fine abbia fatto l’art. 18 e che cosa stia accadendo allo Statuto dei Lavoratori.

Quindi, tranquilli, non c’è nulla di strumentale, piuttosto solo una doverosa sensibilità nei confronti di questi argomenti.

Il lavoro accessorio, è stato introdotto dalla legge 30 del 2003, conosciuta come legge Biagi, dal nome del consulente del Ministro del Lavoro Maroni, quindi, in pieno governo Berlusconi.

I voucher, per come viene raccontato, furono introdotti per favorire l’emersione del così detto lavoro in nero che sfuggiva all’imposizione fiscale e contributiva.

Il fatto è che negli ultimi tempi, vi è stato un ricorso eccezionale all’uso dei voucher. Ciò è spiegabile, appunto, grazie alle leggi successive che hanno ulteriormente agevolato e reso assolutamente più conveniente per le aziende il ricorso a questo strumento piuttosto che ad altri.

Appunto! Reso più conveniente per le aziende, ma per il lavoratore o il prestatore d’opera qual’é la convenienza?

I dati desumibili anche dal sito dell’INPS, sono impietosi e non necessitano di interpretazioni accomodanti, consolatorie o, peggio ancora, giustificative.

Nella pratica sono divenuti un vero e proprio fenomeno sociale attraverso il quale si precarizza ulteriormente un rapporto di lavoro che non è riconducibile ad alcun tipo di contratto, se non a quello dei senza-contratto, dei senza protezione e dei bistrattati.

Risulta chiaro, quindi, che con il ricorso ai buoni di lavoro vengono meno tutta una serie di diritti e tutele per i lavoratori: la malattia, il TFR, le ferie, la maternità.

Vi è il fondato timore che l’utilizzo esponenziale dei buoni lavoro, sia funzionale a ridefinire una nuova cornice giuridica del lavoro, con buona pace dei diritti.

Oggi emerge in tutta la sua rilevanza il fatto che vi è anche una drastica riduzione delle assunzioni a tempo indeterminato, perché le decontribuzioni e gli incentivi contenuti nel Jobs Act si sono progressivamente dimezzati e, quindi, ciò viene compensato dalle aziende con l’uso del lavoro accessorio, vero jolly nelle mani di chi, tra le larghe maglie della legge, è abituato a portare a casa il suo personale massimo interesse.

In Umbria, ad esempio, nei primi sei mesi dell’anno, le assunzioni a tempo indeterminato sono crollate di oltre il 45%, mentre i voucher hanno superato il milione e centomila, con un incremento del 71% rispetto al 2014.

E’ la dimostrazione della gracilità del nostro apparato industriale, della pavidità di una parte dell’imprenditoria italiana.

La maggior parte delle nostre aziende rispondono solo e fintanto che sono assistite con il denaro pubblico.

A tal proposito, sarebbe stato interessante conoscere il comportamento di un imprenditore illuminato come Adriano Olivetti. Un imprenditore che poneva l’uomo al centro dei processi produttivi, della cui esperienza ed esempio, nel maggio scorso si è tenuto un interessante convegno proprio nel nostro territorio con il patrocinio del comune di Corciano.

Oppure, sarebbe sempre illuminante conoscere il parere di imprenditori a noi più prossimi, che dell’etica imprenditoriale hanno fatto la “cifra” della propria azione.

C’è, quindi, la necessità impellente di riportare al centro del dibattito e dell’azione delle forze politiche la questione del lavoro, di quello buono che conferisce dignità alle persone e che consente a una nazione di progredire e di definirsi civile! Di ragionare su qual è il nodello di sviluppo che si intende perseguire.

Non è demonizzando le forze sindacali, abolendo i contratti nazionali e abbassando le tutele di chi lavora che si crea buona occupazione e nemmeno si risolve la crisi economica.

Fotografa bene questa situazione Maurizio Landini: “ Quando arrivi ai voucher, quando un lavoratore lo puoi comprare in tabaccheria, siamo davvero alla fine di un processo. E, quindi, c’è innanzitutto un enorme lavoro culturale da ricostruire”.

Alcuni pensano che, in una congiuntura economica quale quella attuale, il massimo sia adoperarsi per far portare a casa un reddito del tipo “qualcosa è sempre meglio che niente”. Ma non ci stiamo accorgendo che le nostre generazioni giovani stanno abbandonando sogni, aspettative, progetti sul futuro per rassegnarsi alla sopravvivenza dell’attimo.

Quanti sono oggi i giovani che pensano di migliorare la propria condizione di vita rispetto a quella dei genitori?

L’ascensore sociale si è oramai da tempo fermato, quando non accenna impietosamente a discendere.

Quanti sono oggi i giovani competenti, capaci, con un’ottima formazione alle spalle che si devono accontentare di lavori dequalificati e sottopagati ai quali è precluso un progetto di vita adeguato?

Pensiamo in coscienza che la prospettiva per questi giovani possano darla i voucher?

Qual è il modello di società che si intende costruire se si ha una visione del lavoro costruita sul precariato e sulla sua subalternità?

Ho sempre pensato che il compito delle forze di sinistra, o di chi si ritiene tale, fosse quello di tendere ad una società più giusta con ridotte disuguaglianze dove tutti possano avere uguali possibilità. E invece questo dramma del lavoro ad ore, che è via a ore, è quello che stiamo vedendo e tollerando, quasi come non ci riguardasse, non solo come comunità, ma soprattutto come rappresentanti ed amministratori.

Chiudo sulla forma dll’ordine del giorno che avete davanti.

E’ il frutto di un confronto dialettico all’interno della maggioranza e, quindi, anche di un compromesso.

Per tale motivo ho subito critiche persino dal mio partito.

Ma quanto è stato scritto nella stesura finale è importante e assolutamente impegnativo.

Anche quando si impegna il sindaco e la giunta a “limitarne” l’uso a situazioni non affrontabili diversamente, si dovrà spiegare con validi argomenti di supporto, non al consigliere Taborchi, non al partito di coalizione SEL/Sinistra Italiana e al Consiglio tutto, ma in primis alla Comunità corcianese, sempre più attenta a questo tema che vive sulla propria pelle, quali siano le tipologie lavorative “particolari” per le quali la prestazione può essere riconosciuta in via esclusiva “solo” attraverso i voucher e perché?

Ogni prestazione lavorativa può e deve essere inquadrata all’interno di forme contrattuali garantiste o restarne fuori è un dichiarato e manifesto dispregio dei più elementari diritti del lavoratore.

Sono consapevole che per la maggioranza questo è un ordine del giorno “fastidioso” come d’altronde lo è stato nel passato quello sull’articolo 18 ma qui si sta parlando di diritti, di persone, di prospettive di vita, di umanità e di socialità, del futuro, forse non dei figli di chi a qualunque livello amministra e gestisce il potere, ma certamente di quello dei figli di tutti noi italiani e dei nostri concittadini di Corciano.

Proprio per questo sarebbe importante conoscere le argomentazioni politiche a supporto di ogni eventuale opinione in difformità, che non può essere dettata solo da linee di partito o colori di casacche, ma unicamente da segni di sensibilità che provengono da una coscienza sempre vigile e mai sottomessa.

Evocare coscienza può apparire un artificio retorico, non lo è.

Viviamo un tempo in cui persino le persone più insospettabili, animata da un liberismo estremo come Marchionne possano affermare; “Non possiamo demandare al funzionamento dei mercati la creazione di una società equa perché i mercati non hanno coscienza, non hanno morale, non sanno distinguere tra ciò che è giusto e ciò che non lo è”. E aggiunge: “C’è un limite oltre il quale il profitto diventa avidità e chi opera nel libero mercato, ha il dovere di fare i conti con la propria coscienza”.

Limite, avidità, dovere, coscienza! Concetti forti per ripensare un sistema economico.

Mario Taborchi,
consigliere comunale di Sel-Sinistra Italiana i Corciano

Il testo dell'ordine del giorno:
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ORDINE DEL GIORNO CONTRO LO SFRUTTAMENTO LEGALIZZATO DEL LAVORO.

Premesso che:

- Negli ultimi anni vi è stato un incremento consistente dei buoni di lavoro o voucher (l'INPS stima che nel 2015 sono stati coinvolti circa 1,5 milioni di lavoratori).

- Tale situazione, si è manifestata a seguito dell'introduzione della c.d. Legge Fornero e del Jobs Act che hanno reso più agevole il ricorso a tale strumento aumentando la soglia economica precedente di 5.000 euro agli attuali 7.000 euro.

- Il valore del voucher è di 10 euro di cui solo 7,5 euro sono quelli percepiti realmente dal
lavoratore per ogni ora di lavoro.

- Con i buoni di lavoro, di fatto, sono cancellati tutti i diritti, dalla maternità alle ferie, la
malattia ed il TFR.

- L'INPS, stima che un lavoratore pagato con i voucher dovrebbe lavorare 10 anni per
accumulare un anno di pensione.

- Anche l'Umbria è stata interessata da questo fenomeno tanto che nel 2015 sono stati
venduti 2 milioni di voucher coinvolgendo 17.000 persone.

- Il ricorso all'utilizzo dei voucher, stà facendo breccia anche tra la pubblica amministrazione
tanto che, nel recente passato, il comune di Assisi, ne ha fatto uso.

Considerato che:

- La Regione Umbria, ha recentemente stanziato 3 milioni di euro per finanziare, nei prossimi sette anni, interventi volti al sostegno delle famiglie che hanno in casa persone bisognose di cure. I soggetti idonei per tali lavori e ricompresi all'interno di un elenco regionale denominato “Family Helper”, saranno retribuiti con i buoni di lavoro INPS quindi, di fatto, incentivando l'uso di prestazioni sottopagate per badanti, assistenti domestiche, colf e baby sitter.

Tutto ciò premesso e considerato

IL CONSIGLIO COMUNALE DI CORCIANO

Esprime ferma e decisa contrarietà all'uso, sia privato che pubblico dei voucher perché rappresentano un ulteriore strumento di sfruttamento e di precarizzazione del lavoro.

IMPEGNA il Sindaco e Giunta:

a non fare uso né a promuovere l'utilizzo di forme di lavoro pagate mediante buoni di lavoro o voucher.

 

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