(Avi News) – PERUGIA – Dati alla mano, l’Umbria risulta tra le regioni italiane in cui la cooperazione sociale ha un maggiore valore umano ed economico, oltre ad essere la prima per dimensioni e incidenza dei lavoratori delle stesse sul totale degli occupati. Al 2009 il valore di produzione aggregato delle cooperative sociali umbre era pari a 242 milioni di euro a fronte di una crescita del 92 per cento rispetto al 2003, per 142 cooperative a fronte delle 28 del 1990, con 5740 soci per una crescita in questi 19 anni di 4390 associati, e 6342 occupati, di cui 4481 lavoratori nelle cooperative di tipo A (servizi assistenziali, sanitari ed educativi) e 1861 in quelle di tipo B (attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate).

Sempre nel 2009 i soggetti svantaggiati inseriti nel mondo del lavoro risultano 595, mentre le donne occupate nelle cooperative di tipo A sono l’80 per cento e il 62 per cento in quelle B, a fronte rispettivamente di un 19 per cento e di un 38 per cento di lavoratori uomini. Ad usufruire dei servizi sono stati oltre 51mila persone, ciò significa che una famiglia su quattro è entrata in contatto con gli operatori sociali.

Sono numeri questi che dimostrano quanto sia cresciuto il ruolo e l’impegno delle cooperative sociali in Umbria, che insieme, nella giornata di sabato 12 novembre, al teatro Brecht di San Sisto a Perugia, hanno voluto ricordare la nascita della legge istitutiva n. 381 del 1991. Un’occasione per ripercorrere la storia delle cooperative umbre in questi vent’anni, ma anche per riflettere e proporre le proprie proposte di welfare regionale.

Ad organizzare l’iniziativa Legacoop e Federsolidarietà regionali, con il patrocinio di Regione Umbria e Anci regionale e della Provincia di Perugia, che hanno voluto battezzarla con lo slogan “Più diritti, più welfare”. Un modo per sottolineare come in questo periodo di crisi economica e di tagli bisogna ripartire dai diritti delle persone per ricostruire un percorso solido di sviluppo per l’Italia e l’intera regione.

“I cooperatori ritengono necessario avviare un processo di profonda trasformazione del sistema di welfare regionale e di riqualificazione di tutta la spesa sociale e sanitaria – ha spiegato Andrea Bernardoni, responsabile cooperazione sociale Arcs Legacoop Umbria -, che ridefinisca il ruolo e gli spazi degli attori pubblici, ampliando le aree di intervento dell’economia sociale”.

“La cooperazione vuole esse protagonista di questa nuova fase – ha detto Carlo Di Somma, presidente Federsolidarietà Umbria -, ridefinendo le modalità di collaborazione tra operatori pubblici e imprese cooperative, attraverso il dialogo democratico con i cittadini, potenziando i servizi piuttosto che i trasferimenti monetari, mobilitando nuove risorse ed effettuando investimenti di medio-lungo periodo”.

Priorità per le cooperative è, dunque, la riforma del modello di regolazione del mercato di welfare, puntando con decisione verso l’accreditamento dei servizi e delle imprese. “Questo strumento permetterà di innalzare la qualità dei servizi – ha aggiunto Bernardoni - e la tutela dei lavoratori. Crediamo che il welfare non sia un costo, ma rappresenti un motore di sviluppo per l’economia regionale”.

All’incontro hanno partecipato anche, tra gli altri, Alessandra Garavani, presidente Legacoop Umbria, Catiuscia Marini, presidente Regione Umbria, e Wladimiro Boccali, presidente Anci Umbria.

“La cooperazione è un modello anche organizzativo e gestionale dei nostri servizi di welfare e assistenza – ha specificato la presidente Marini - e si inserisce nella strategia di programmazione regionale attenta a rispondere ai bisogni, sempre più crescenti, delle famiglie umbre”.

“In questi anni le cooperative sociali rappresentano un settore insostituibile – ha invece sottolineato Alessandra Garavani -, per la loro affidabilità in termini di efficacia, questo non può essere ignorato. Le istituzioni devono riconoscere questa risorsa e valorizzarla”.

Rosaria Parrilla
 

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