Convegno - “Emergenza femminicidio: ne parlano giuristi e psicologi”
Riflettere sulla violenza di genere partendo dal punto di vista maschile analizzandone i comportamenti nelle relazioni affettive con la partner e, più in generale, in famiglia. È questo lo scopo del Convegno Nazionale dal titolo “Emergenza femminicidio: ne parlano giuristi e psicologi” che si è tenuto nella sala dei Notari del Comune di Perugia. A fare un saluto ai partecipanti è stato il Vicepresidente della Provincia di Perugia Aviano Rossi che nel suo intervento è partito dai dati pubblicati settimanale americano Newsweek. Lo scopo della ricerca era trovare i Paesi del mondo migliori in cui essere una donna.
L’Italia si è piazzata al 59° posto dopo Islanda, Svezia, Danimarca, Canada, Francia, Cina, Ruanda, Uzbekistan, Vietnam. “Ad essere presi in considerazione – ha affermato Rossi - sono stati una trentina di parametri che riguardano i diritti concessi alle donne nei vari stati come: livello di educazione, denunce di abusi sessuali, percentuale di lavoratrici nei differenti settori, accesso ai ruoli dirigenziali e alle poltrone in politica. I dati Istat ci dicono che le donne studiano di più, lavorano di meno, guadagnano in media il 15% in meno di un uomo e raggiungono difficilmente posizioni di responsabilità. La violenza domestica è in costante aumento (120 donne uccise nel 2012, una ogni tre giorni), di questi omicidi, 7 su 10 sono avvenuti dopo maltrattamenti o forme di violenza fisica o psicologica. E’ innegabile che viviamo in una società tuttora dominata da forti valori di tipo patriarcale, all’insegna della preminenza dei maschi, che non a caso occupano la maggior parte dei posti di comando in campo politico, economico, sociale e culturale. Come Provincia abbiamo attivato, presso gli sportelli del Cittadino, un servizio antistalking in collaborazione con l’ADOC la cui utenza è in continuo aumento. Chiudo con una proposta quella di introdurre la figura dello psicologo di famiglia al pari del medico di famiglia, potrebbe essere un modo per evitare che situazioni di maltrattamento, in ambito familiare, si manifestino in fase tardiva”.
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