Contro il Governo per salvare l'Umbria, le aree Bocci e Marini decretano la pace
di Nicola Bossi
PERUGIA - "Non si salva chi può, salviamoci tutti": con questo slogan - ripreso dal prete perugino Don Dario Pasquini, negli anni '60 - il più influente degli onorevoli umbri a livello romanom, Giampiero Bocci, ha praticamente offerto la sua collaborazione, e quella della sua area, per creare un fronte comune salva-Umbria dopo i tagli previsti dal Governo che azzerano le risorse e i servizi e mettono in discussione la Provincia di Terni.
Bocci dunque accoglie l'invito del presidente Marini e di fatto si apre una nuova fase sia nel partito democratico che in tutto il centrosinistra: congelate le divisioni e gli sgambetti subiti, ora si lavora per salvare il salvabile dell'Umbria che rischia anche come regione di essere accorpata (se passasse la linea Formigoni e di altri liberisti del centrodestra).
"La presidente della Regione, Catiuscia Marini, convochi subito i parlamentari umbri - ha scritto l'onorevole Bocci - per unire tutte le forze costruendo strategie unitarie e condivise. Oggi all'Umbria serve creare un grande sforzo da parte di tutti: sinistra, centro e destra perche'' le ragioni dell''unita'' superano e sovrastano quelle delle divisioni e degli schieramenti". Chiaro il clima di distensione.
Per Bocci "la prima cosa da fare in Parlamento è cambiare questa manovra profondamente iniqua, ingiusta e sbilanciata sulle classi medie e su chi già paga molto. Vanno, invece, colpiti evasori e corruttori che ancora una volta la farebbero franca. In questa ottica c'è il dovere di costruire un fronte largo e compatto per evitare che l'Umbria sia tra le prime regioni a subire le conseguenze di scelte improvvisate e scellerate".
Lunedì
22/08/11
18:29
Ho ascoltato per anni in CGIL parlare di lotta all'evasione fiscale unitamente all'elusione che nei fatti è un'evasione legalizzata ed utilizzata non solo dagli imprenditori e dalle imprese ma anche da una miriade di Onlus che fanno capo a politici e a parlamentari. Come si sa c'è tanta gente che utilizza le auto dell'azienda, compra carburante, alloggia in alberghi per le vacanze per poi scaricare il tutto sui costi di produzione che alla fine fanno chiudere i conti in rosso, eludendo così il pagamento delle tasse. Questa è l'elusione che va combattuta perchè molto diffusa tra le imprese soprattutto del nord-padano.
Poi, come dett, c'è anche l'elusione praticata dalle associazioni senza fine di lucro e da singoli cittadini che approfittano, con chiaro menefreghismo di senso civico, per acquistare automibili per assistere le persone malate, questo grazie alla legge 104, risparmiando l'IVA e la tassa di circolazione. Queste auto nei fatti sono utilizzate soprattutto per scopi diversi e tale malcostume è da considerare elusione fiscale.
Altri casi potrebbero essere citati ma il problema è cambiare registro perchè non è più sopportabile vedere il tuo vicino che gira gratis a bordo di potenti SUV mentre i soliti tonti devono pagare tutto.
Un altro settore su cui occorre intervenire è quello relativo al sistema fiscale in agricoltura dove i redditi degli agricoltori si calcolano in maniera presunta sui redditi catastali (dominicali ed agricoli). Cosa succede in questi casi! L'operaio che gira con la Panda della FIAT paga le tasse su 18-20 mila euro di reddito. L'imprenditore agricolo che gira con un "machinone" da 35-40 mila euro denuncia un reddito imponibile annuo di appena 4 mila euro. Non paga tiket sanitari, beneficia degli sconti sui servizi pubblici, percepisce i buoni per l'acquisto dei libri scolastici, accede facilmente agli assegni universitari, ecc... ecc... Anche questa è evasione fiscale legalizzata, cioè elusione fiscale.
Va bene la lotta all'evasione ma occorre farla anche all'elusione. Poi quello che occorre fare è rivedere le aliquote IRPEF applicate e gli attuali scaioni di reddito perchè è scandaloso che la progressione fiscale sancita dalla nostra costituzione si fermi a 75 mila euro (anno 2010).
Ma perchè Berlusconi che denuncia decine di milioni di euro di reddito deve pagare le tasse con un imponibile fermo al 43%, come succede ad un medio dirigente della provincia che denuncia 80 mila euro!
Forse è l'ora che i partiti di sinistra, se ci sono ancora, propongano qualche cosa che sia di sinistra! Cioè far pagare le tasse prima di tutto ai ricchi e ricconi.
Lunedì
22/08/11
21:02
Leggendo i giornali in questi giorni sembra che nel mondo sia in arrivo il Big Bang e che poco si possa fare per fermarlo. Nessuno, nemmeno Obama, accolto nel momento della sua elezione, come la nuova frontiera, lo yes we can a cui aggrapparsi per costruire futuro per le nuove generazioni, è in grado di darci una visione, un orizzonte in cui credere imbrigliato dai veti dei potentati economici, dall'eterno presente (le elezioni prossime) e non riesce più a sognare e farci sognare. Nulla ormai sembra più governabile e la politica è ovunque latitante o impotente di fronte a quanto sta accadendo e ognuno è intento più a guardare la punta delle proprie scarpe che pensare al futuro delle prossime generazioni e a come costruirlo.
Dopo ventidue anni dalla caduta del muro di Berlino e delle ideologie, nel mondo globale di internet siamo ancora qui a ragionare per appartenenze, per schieramenti, per categorie, per microcosmi e intanto è in arrivo il Big Bang che ci spazzerà via.
Chiaramente io non ho nè la capacità nè la possibilità di cambiare il mondo e soprattutto non posso farlo da solo.
Voglio condividere, con chi lo vorrà, queste due riflessioni "estive" che hanno l'unico scopo di farci guardare oltre l'eterno presente e cercare di costruire futuro, insieme.
la prima di prospettiva generale. Ormai solo l'unità politica dell'Europa può salvarci, può darci una visione e può aiutarci a costruire futuro per le nuove generazioni. Come per la Libia anche il vertice Francia-Germania ha evidenziato che gli accordi bilaterali non funzionano, non hanno e non costruiscono nè democrazia, nè futuro.
il secondo che riguarda l'Italia. Una proposta rispetto allo squallido mercato delle vacche che si sta aprendo sulla manovra economica. Perchè non dividere la manovra in due parti distinte. Un decreto legge contenente esclusivamente i provvedimenti economico/finanziari e un disegno di legge sulla riforma generale del titolo V della Costituzione 8riforma dello stato e degli enti locali) e relative leggi attuative. Sarebbe un modo per evitare riformette parziali che creano solo tensioni locali, risparmi pochi e a volte solo di facciata.
Scusate il disturbo “vacanziero” … Marcello Bigerna