La città di Spoleto sfregiata con la chiusura del Punto nascite respinge il provvedimento e da il via alla mobilitazione contro la decisione del Governo.
L'importante e numerosa partecipazione al corteo di protesta che partito dal palazzo comunale si e' diretto all'ospedale San Matteo ha squarciato il muro di silenzio che si e' tentato di alzare intorno allo scellerato accordo che con disprezzo del vero viene chiamato TERZO polo sanitario dell'Umbria.
In realtà un insulto alla città e alla sua popolazione che vedrà i suoi figli per ogni urgente e serio intervento dovrà essere trasportato a Foligno o altrove.
Sappiamo chi e' stato, sappiamo di chi e' la colpa e ora sappiamo anche chi sono i complici, cioè tutti coloro che plaudono più o meno apertamente a questo "compromesso" a perdere. A perdere il punto nascite, la pediatria, e la capacità di intervento di vera emergenza urgenza in reparti fondamentali per ogni struttura sanitaria, come la chirurgia e la cardiologia, solo per citare i principali.
Sappiamo che tutto questo e' figlio dell' applicazione delle logiche aziendali alla sanità pubblica. Prima il bilancio e poi con quello che resta la salute.
La consegna ora e per tutti e' per il Consiglio Comunale, dalle notizie stampa non si sa se ancora aperto, a cui dovrebbe partecipare il geometra Coletto. Lì ci saremo e se chiuso lo apriremo. Devono sentire fischiare il vento della protesta e capire che hanno solo una strada da percorrere, quella della richiesta al governo nazionale che ha il loro stesso colore di rivedere la decisione di cancellare il Punto nascite di Spoleto e riaprirlo. Negli impegni di oggi c'è poi l' organizzazione di una visita a Palazzo Cesaroni, per far conoscere a chi ha spianato la strada a questo scempio tutta la nostra rabbia.
Associazione culturale Casa Rossa
 

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