PERUGIA - ''I dati relativi ai consumi presentati questa mattina da Censis-Confcommercio sul ''Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane', confermano le nostre percezioni sul territorio, nonostante alcuni parziali segnali positivi, non si registra ancora quella spinta propulsiva necessaria a segnare un'inversione di tendenza vera e propria. A prevalere, infatti, e' un atteggiamento generale di prudenza e moderazione delle spese che configura una fase di ripresa economica ancora debole''.

E' il commento di Giorgio Mencaroni, presidente Confcommercio della provincia di Perugia, ai dati sui consumi elaborati da Censis-Confcommercio. Mencaroni aggiunge: ''i contenuti della ricerca confermano soprattutto la necessita', per il settore del commercio, di una spinta di tipo qualitativo, per favorire l'ammodernamento e lo sviluppo della rete distributiva esistente. Le imprese, che finora hanno retto anche a costi di grandi sacrifici, chiedono vere politiche di indirizzo per il settore, che rivendica strutture, competenze, risorse non solo economiche ma anche in termini di progettazione''.

Secondo la ricerca, negli ultimi mesi, la spesa per consumi delle famiglie ha ripreso leggermente tono (nel secondo semestre 2010 il 48,3% delle famiglie ha aumentato leggermente i consumi rispetto al 45,7% del primo semestre 2010), mentre le previsioni di spesa per i primi quattro - cinque mesi del 2011 indicano un leggero miglioramento del quadro generale ed un ulteriore, contenuto incremento dei consumi (la pensa cosi' oltre un quarto delle famiglie rispetto al 23,8% del semestre precedente).

In leggero miglioramento anche il clima di fiducia delle famiglie, determinato dall'aumento degli ottimisti (41,3% a gennaio 2011 contro il 36,1% di giugno 2010), ma il permanere di un saldo negativo tra ottimisti e pessimisti si traduce in una sostanziale accortezza e moderazione nelle spese. Anche se oltre un terzo delle famiglie negli ultimi mesi non ha rinunciato a nulla, le restanti hanno infatti complessivamente ridotto gli sprechi o effettuato qualche rinuncia.

Quanto infine all'opinione delle famiglie italiane su quali siano i principali nodi strutturali che frenano la crescita del Paese, si confermano, ai primi posti l'instabilita' del clima politico (per il 46,3%) e l'elevata disoccupazione (43,6%), ma a destare molta preoccupazione ci sono anche le difficolta' per le giovani generazioni (29,7%) e l'eccessivo livello delle tasse (24,5%).
 

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