"Nel 1990 la città di Perugia aveva 9 consultori aperti, ora ne sono rimasti solo due". A sottolineare questo "grave depotenziamento" di un servizio pubblico fondamentale, soprattutto per le giovani generazioni e le donne, è la Cgil di Perugia.
"Lo scorso gennaio - ricorda il sindacato - è stato chiuso lo “storico” consultorio di via 14 Settembre e a breve lo sarà anche quello di Madonna Alta, per essere trasferito temporaneamente nel distretto di Ellera. Al di là delle dichiarazioni di questi giorni dell'assessore regionale alla Sanità, di fatto, i consultori a Perugia sono tra le prime vittime dei tagli alla sanità pubblica territoriale".
Una "scelta politica" e non un destino inevitabile, secondo il sindacato, che rimarca il ruolo del sindaco/a, in quanto responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio. 
"La riduzione del personale, conseguenza del blocco del turn-over, ma anche di precise scelte organizzative (ad esempio manca da anni una dirigente del consultorio) ha determinato la perdita della multidisciplinarietà e la riduzione di molte attività, quali ad esempio i progetti nelle scuole o nel consultorio giovani", insiste la Cgil.
"E questo quando al contrario il DM 77/2022 indica che è necessario riqualificare e potenziare i consultori prevedendone almeno 1 ogni 20.000 abitanti, definendolo come struttura a  libero accesso e gratuita, deputata alla prevenzione, alla promozione della  salute, rivolta alla donna, al minore e alla famiglia in senso ampio".
"Più volte - conclude la Cgil di Perugia - abbiamo indicato la necessità di tutelare e implementare il servizio consultoriale senza avere risposte adeguate. Chiediamo ora impegni chiari e precisi a chi si candida a governare la  città, impegni sulla tutela del servizio sanitario pubblico ed in particolare del servizio consultoriale. Un servizio fondamentale per una consapevole  gestione dell'affettività, delle relazioni, della sessualità e anche per contrastare la cultura della violenza contro le donne”. 
 

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