PERUGIA - “Nei territori dove operano i consorzi di bonifica (Tevere-Nera, Valle di Chiana romana, Val di Paglia e il consorzio di bonificazione umbra) i cittadini sono tenuti al pagamento di un contributo aggiuntivo all’ordinaria imposizione fiscale, contrariamente a quanto avviene per i cittadini residenti in altre aree, dove gli interventi di difesa idrogeologica sono a carico della fiscalità generale”. È quanto rileva, in una nota, il consigliere regionale del PdL, Massimo Monni per il quale “nonostante il Consiglio regionale abbia recentemente approvato all’unanimità una mozione per eliminare detto balzello, nella proposta dell’assessorato competente in materia non v’è traccia di accoglimento del legittimo indirizzo assembleare”.

Il consigliere del Popolo della Libertà spiega che “in base al nuovo disegno di legge regionale 'Disciplina dell'esercizio associato delle funzioni comunali. Soppressione delle Comunità Montane e istituzione dell'Agenzia forestale regionale', i cittadini proprietari e/o residenti nel comparto dei consorzi di bonifica (Todi, Massa Martana, Foligno, Spoleto e tutta la provincia di Terni) continueranno a pagare la cosiddetta 'tassa di bonifica'. Gli aggiustamenti normativi alla legge regionale '30/2004' consistono, cioè, - continua Monni - nella creazione del 'consorzio unico di bonifica' tramite l’accorpamento per fusione degli enti esistenti, e nella delega delle funzioni di tutela idrogeologica all’emananda Agenzia Forestale, ma non si provvede ad eliminare l’iniquo 'contributo di bonifica' a carico degli immobili iscritti al catasto consortile per un valore superiore al limite di esenzione annualmente fissato dalla Giunta regionale”.

“La razionalizzazione degli apparati pubblici, derivante dalla semplificazione amministrativa e dall’accorpamento delle funzioni – osserva Monni -, è tale solo se capace di assicurare maggiore efficacia ed un contenimento dei costi di gestione che si rifletta positivamente sui bilanci pubblici e quindi sull’imposizione fiscale applicata alla cittadinanza. La Giunta regionale, tuttavia, sta legiferando salvando un balzello iniquo a cui non corrisponde alcun tipo di beneficio, se non quello di perpetrare una gestione disinvolta e sprecona, disattendendo le istanze dei cittadini, degli Enti locali interessati e gli indirizzi del Consiglio”.

In conclusione, Monni sollecita “la tempestiva ridefinizione del disposto normativo realizzando una reale razionalizzazione degli organi deputati alla tutela idrogeologica, garantendo al contempo l'uniformità del trattamento impositivo tra tutti i cittadini umbri”.

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