Consiglio Regionale. Stufara-Prc: Occasione persa per rispetto referendum acqua
“Dopo i referendum sull'acqua del 2011, dopo innumerevoli mobilitazioni sul tema dei rifiuti, dopo il progressivo manifestarsi dello scollamento tra istituzioni e società, la Legge regionale di istituzione dell'AURI poteva costituire, almeno per quel che riguarda il centrosinistra umbro, una valida occasione di rilancio e di rinnovamento, sull'esempio di quanto già avvenuto in occasione del voto sul DAP 2013; il voto in Aula, dove a più riprese il centrodestra ha soccorso la Giunta nel bocciare gli emendamenti del PRC e che ci ha visto alla fine astenersi sulla legge, segna invece una regressione nel merito e nel metodo delle scelte di governo del territorio, a cui ci siamo a buon diritto sottratti”. Lo afferma il capogruppo di Rifondazione comunista in Consiglio regionale, Damiano Stufara.
“Con la nuova legge il Consiglio Regionale – secondo Stufara - aveva l'occasione, con l'approvazione dei nostri emendamenti, di sancire il carattere non economico del servizio idrico, nello spirito del referendum sull'acqua del giugno 2011; di adottare esplicitamente la strategia rifiuti zero, a cui finalizzare ogni successiva azione di pianificazione in materia; di potenziare gli strumenti di controllo democratico sulla gestione dei servizi pubblici, rafforzando il ruolo dei consigli comunali e strutturando adeguatamente la consulta degli utenti. Le nostre proposte si muovevano in coerenza con la volontà di regionalizzare la programmazione e la gestione dei servizi, che avrebbe potuto costituire la premessa per una riqualificazione complessiva del sistema di governo dei servizi pubblici e per una loro gestione più trasparente”.
“In questo senso – continua - il Gruppo PRC aveva chiesto di riportare il testo della legge in Commissione, dove poco più di un mese fa la discussione sul testo si era fermata proprio dopo che il riconoscimento del servizio idrico come privo di rilevanza economica aveva trovato un primo accoglimento; la scelta del Consiglio regionale non solo di rifiutare la riassegnazione della legge alla Commissione consiliare, ma anche di tirare dritto sulla sua approvazione, la dice lunga sul livello di condivisione delle scelte nel centrosinistra umbro quando in ballo c'è la discussione sull'assetto della gestione dei servizi pubblici locali”.
Secondo Stufara, si tratta dunque di “un'occasione perduta, che consegna agli umbri una legge dove non si fa chiarezza sul recepimento del referendum sull'acqua, si continua a navigare a vista sui rifiuti e si restringono gli spazi di interlocuzione fra i Comuni e l'Autorità d'Ambito, nella quale per deliberare sarà sufficiente la presenza di appena il 30 per cento dei sindaci, liberando addirittura questi ultimi dall'obbligo di acquisire preventivamente il parere dei rispettivi Consigli comunali.
“Non è un caso – conclude - che questa impostazione sia prevalsa, nel corso della votazione, grazie alla riproposizione della maggioranza che a livello nazionale sostiene il governo Letta, a cui temiamo qualcuno si voglia ispirare nel delineare una Regione che difende i privati dei rifiuti e dell'acqua riducendo gli spazi di democrazia; il fatto che il centrodestra si sia dichiarato contrario nella votazione finale non cambia minimamente il quadro. Per queste ragioni riteniamo si sia trattata di un'occasione persa per assecondare il volere della maggioranza dei cittadini umbri e, a fronte della bocciatura di tutte le nostre proposte, non abbiamo potuto esprimere un voto favorevole”.
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