(AVInews) – Perugia, 26 ott. – Dal 29 ottobre 2023 al 28 gennaio 2024 la città di Perugia ospita presso il Museo civico di Palazzo della Penna la mostra ‘Rinascimento in bottega. Perugino tra i grandi della storia’ organizzata dal Comune di Perugia, in partenariato con l’Università degli Studi di Perugia e il Nobile Collegio del Cambio e con il contributo del ‘Comitato promotore delle celebrazioni per il quinto centenario della morte del pittore Pietro Vannucci detto Il Perugino’.

Fortemente voluta dal sindaco, Andrea Romizi, e dall’assessore alla cultura, Leonardo Varasano, l’esposizione si apre al pubblico grazie all’impegno della Unità operativa Cultura, guidata dalla dirigente, Maria Luisa Martella che ne ha coordinato la fase scientifica e quella organizzativa.

La curatela della mostra è stata affidata a Cristina Galassi, docente di storia della critica d’arte nell’Ateneo di Perugia nonché direttore della Scuola di specializzazione in beni storico artistici, e a Francesco Federico Mancini, docente di storia dell’arte moderna nell’Ateneo di Perugia, che a più riprese si è occupato dell’artista, in particolare in occasione della prima grande monografica Perugino. Il divin pittore, che fu dedicata al maestro pievese (Galleria Nazionale dell’Umbria, 2004). Il percorso espositivo si snoda attraverso le sale espositive del Museo civico di Palazzo della Penna che ospitano circa quaranta opere provenienti da alcuni dei più prestigiosi musei nazionali: Gallerie degli Uffizi, Reggia di Caserta, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, Accademia di Belle Arti di Brera, Musei del Bargello, Museo d’Arte Moderna di Bologna – MAMbo e Galleria Nazionale di Parma – Complesso Monumentale della Pilotta. Numerose anche le collaborazioni con soggetti istituzionali che hanno aderito con entusiasmo al progetto aprendo le porte delle loro raccolte: Comuni di Asciano, Carpi, Città della Pieve, Genova, Napoli, Padova, Parma, San Severino Marche, Sansepolcro e la Fondazione Brescia Musei.

Importanti prestiti provengono infine da prestigiose collezioni private tra le quali la collezione di Palazzo Foresti, il Polo Culturale Pietro Aldi e Antichità Castelbarco.

A livello locale, si evidenzia la collaborazione con la Fondazione Perugia che ha concesso tre opere dalle proprie collezioni; preziosa anche l’intesa con l’Accademia di Belle Arti ‘Pietro Vannucci’ che ha partecipato al progetto con il prestito di sei dipinti, uno dei quali è stato anche scelto come immagine guida della mostra.

Il contributo finanziario del Comitato promotore delle celebrazioni, unito a quello del Comune di Perugia, ha permesso di effettuare interventi conservativi su ben 18 opere d’arte, conferendo così alla mostra un ruolo rilevante anche dal punto di vista della salvaguardia e valorizzazione del patrimonio nazionale.

Il progetto inoltre è stato supportato da un qualificato comitato scientifico costituito - oltre che dai curatori della mostra - da Caterina Bon Valsassina, Sonia Maffei, Maria Luisa Martella e Alessandra Migliorati.

La mostra di Palazzo della Penna, come evento conclusivo dell’anno dedicato alle celebrazioni per il quinto centenario della morte di Pietro Vannucci, sceglie infatti di proporre ai visitatori una lettura inedita della vicenda peruginesca, incentrando la riflessione sul tema della “bottega dell’artista”, che si inizia a delineare in epoca medievale, in particolare con l'affermarsi dell'arte di Giotto, per poi consolidarsi, nelle sue più tipiche caratteristiche, durante il periodo del Rinascimento anche grazie a Perugino, le cui doti imprenditoriali sono note non meno delle abilità artistiche. 

Il percorso espositivo ripercorre, dunque, la maniera in cui i pittori ottocenteschi, in pieno periodo romantico, rivisitarono l’opera dei grandi maestri rinascimentali, ricostruendo - a partire dallo studio di fonti documentarie e letteratura artistica - una storia per immagini che evidenzia non solo le capacità tecniche che si trasmettevano all’interno delle botteghe, dove  arte e mestiere coesistevano, ma anche le loro umane debolezze, la loro aspirazione nel farsi eccellenti, le loro vicende sentimentali, il loro rapporto con il reale, le loro fragilità.

Al centro di questa riflessione si pone fulgida la figura del Perugino, pittore dal carattere difficile ma all’occorrenza accomodante, maestro con il “cervello di porfido” ma con un proverbiale attaccamento al denaro, che seppe creare laboratori artistici tanto ampi e organizzati quanto grande era la sua fama e vasta la sua clientela.

A corredo dell’esposizione un ricco catalogo a colori, edito da Aguaplano, il cui contributo centrale è costituito dal corposo saggio del curatore Francesco Federico Mancini, che si presenta come un’ampia e accurata riflessione sui pezzi in mostra, opportunamente contestualizzati. La co-curatrice Cristina Galassi è invece autrice di un saggio intitolato ‘Vite favolose e leggendarie. Topoi e aneddotica dei pittori umbri del Rinascimento’.

I titoli degli altri contributi sono Romanticismo storico: presenze, assenze, gerarchie nelle biografie degli “antichi maestri” di Caterina Bon Valsassina, ‘Immagini parlanti di persone conosciute tra noi’. La rappresentazione degli “antichi maestri” tra storiografia e memoria identitaria in Umbria nel XIX secolo di Alessandra Migliorati, L’aneddoto dell’Elena di Zeusi tra teorici e pittori di Sonia Maffei. La mostra è sponsorizzata dall’operatore di telecomunicazioni Connesi e dall’azienda di servizi di Cloud Computing Seeweb che hanno aderito al progetto con entusiasmo e sensibilità, fornendo un prezioso supporto alla sua realizzazione.

“È per noi motivo di grande soddisfazione presentare una mostra frutto di due elementi fondamentali, cioè l’alta professionalità e la tenacia, davvero importanti visti le premesse difficili e gli ostacoli incontrati in itinere”, ha detto l’assessore Leonardo Varasano alla conferenza stampa di presentazione che si è svolta il 27 ottobre a Palazzo della Penna con la partecipazione di Ilaria Borletti Buitoni, presidente del Comitato promotore delle celebrazioni per il quinto centenario della morte del Perugino, Maria Luisa Martella, dirigente Unità operativa Cultura del Comune di Perugia, i curatori Cristina Galassi e Francesco Federico Mancini e uno dei due sponsor, Nicolò Bartolini, Ceo di Connesi S.p.a.

“Quando si è costituito il Comitato nazionale – ha continuato Varasano – ci trovavamo alle prese con le macerie di una pandemia. Ci muovevano a fianco di giganti come lo Stato, l’Università e la Fondazione Perugia e potevamo risultare un vaso di creta tra vasi di ferro. Visto il legame della nostra città con il Perugino, tuttavia, intendevamo offrire un contributo significativo. In ciò abbiamo trovato il supporto del Comitato e di curatori con altissima professionalità. Così siamo riusciti ad aggiungere un tassello di qualità confacente al mosaico complessivo, un contesto già ricco e rodato visto che la nostra mostra è l’evento conclusivo di questo anno di celebrazioni. Fondamentale è stato anche l’apparato comunale, che non si è abbattuto di fronte alle difficoltà e che, insieme a me e al sindaco Romizi, ha fortemente voluto questo risultato. Numerosi i nostri debiti di gratitudine per le tante collaborazioni da cui è scaturita l’esposizione, a partire dal proficuo rapporto con realtà cittadine come il Nobile Collegio del Cambio e l’Accademia di Belle Arti”.

“Siamo arrivati alla fine delle celebrazioni, che sono state estremamente felici, un grande successo – ha poi affermato la presidente del Comitato promotore Ilaria Borletti Buitoni –. Soprattutto la città e la regione si sono sempre più unite intorno a un unico scopo: valorizzare un artista straordinario e il territorio che ne è espressione. Questa è una mostra affascinante, sapientemente curata e capace di offrire una chiave di lettura del tutto insolita, basata su un approccio sofisticato e interessante, da storico dell’arte”.

“La chiave di lettura prescelta – ha spiegato Cristina Galassi, direttore della Scuola di specializzazione in beni storico-artistici dell’Università degli Studi di Perugia – è la celebrazione dei protagonisti della storia nazionale di cui Perugino fa parte a pieno titolo. La mostra serve a focalizzare il grande patrimonio di artisti su cui conta l’Italia e che hanno forgiato la nostra cultura e la memoria storica nazionale”.

Francesco Federico Mancini, professore ordinario di Storia dell’arte moderna dell’Università degli Studi di Perugia, ha spiegato che “la bottega per Perugino era di fondamentale importanza. L’artista gestiva quasi contemporaneamente due laboratori, uno a Perugia e uno a Firenze, per rispondere alle numerose commissioni. Partendo da questa premessa, si dà uno sguardo alle botteghe degli artisti più famosi del Medioevo e del Rinascimento, incontrando personalità di grandissimo livello come Raffaello, Michelangelo, Tiziano e Leonardo. Il tutto non con gli occhi della contemporaneità, ma dei pittori del romanticismo storico dell’Ottocento”.

“Ci siamo trovati a fronteggiare la chiusura di queste sale espositive nel delicato momento dell’avvio delle fasi operative della mostra – ha infine ricordato la dirigente Maria Luisa Martella -. La necessità di superare tale imprevisto ha assorbito la maggior parte delle nostre forze, per questo esprimiamo soddisfazione per aver raggiunto l’obiettivo nei tempi prefissati”. “Il Perugino è uno dei massimi protagonisti dell’arte italiana – ha aggiunto la dirigente - una figura grazie a cui il museo di Palazzo della Penna potrà intercettare un pubblico sempre più ampio e variegato. Il Comune già custodisce e valorizza la cappella di San Severo ove si incontrarono Perugino e Raffaello, maestro e allievo, che lì hanno lasciato testimonianza della loro arte; un luogo in cui migliaia di visitatori restano incantati da tale confronto. Ci auguriamo, quindi, che questa nuova iniziativa possa rafforzare ulteriormente le potenzialità del nostro circuito museale”.

 

 

 

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