NORCIA - Si è svolto a Norcia il terzo incontro promosso dal Formedil, l’Ente per la Formazione e l'addestramento professionale nell'edilizia,  nell’ambito del progetto finalizzato a favorire una riflessione critica e propositiva dedicato al tema della conservazione del patrimonio storico monumentale. Un tema che, come ha ricordato il presidente del Formedil Massimo Calzoni, riguarda la stessa sopravvivenza identitaria del nostro Paese. Al centro della riflessione la questione fondamentale di come garantire una piena tutela di beni che hanno un valore, non soltanto dal punto di vista degli edifici ma anche in quanto ‘contenitori’ di opere d’arte.

Il seminario è stato aperto dal sindaco di Norcia Nicola Alemanno che ha ricordato come il terremoto che ha colpito l’Appennino centrale un anno fa abbia causato danni di una gravità eccezionale. Con pochi numeri ha evidenziato come, soprattutto nel caso della scossa del 30 ottobre, il numero esiguo di vittime abbia influito su una sottovalutazione della gravità del sisma e dei suoi effetti.

Massimo Calzoni nella sua relazione introduttiva ha ribadito la necessità di affrontare il tema della ricostruzione all’interno di una visione basata sul fatto che il nostro Paese è territorialmente fragile e che è indispensabile rendersi conto che di fronte a calamità naturali ricorrenti è necessario un grande piano ordinario di messa in sicurezza del territorio, di persone e beni, salvaguardando paesaggio e beni storico – monumentali. “Ci vuole un metodo – ha detto - fondato su continuità di programmi e di risorse, affidandone la gestione a istituzioni ordinarie, puntando sulla competenza e sul ripristino di una vigilanza quotidiana.  La constatazione che, come nel caso di Norcia, gli edifici civili oggetto di consolidamento in seguito al terremoto del 1997 abbiano garantito la sopravvivenza degli abitanti subendo nella maggior parte dei casi danni lievi a fronte del crollo delle mura e delle chiese, richiede un approccio al tema della tutela di fronte al rischio sismico più attento rispetto al passato”.

Lo ha sottolineato con forza Antonio Borri, professore dell’Università di Perugia evidenziando la necessità di guardare ai beni storico–monumentali prestando attenzione alla loro storia, avendo come obiettivo non solo il ripristino estetico, ovviamente importante, bensì garantendone la sicurezza statica.

Il tema dell’emergenza e della messa in sicurezza delle strutture danneggiate, così come del patrimonio artistico, è stato affrontato dalla sovrintendente Marica Mercalli con una puntuale relazione che ha evidenziato la complessità delle soluzioni.

La direttrice del Mibact Caterina Bon Valsassina ha illustrato il documento elaborato da un gruppo multidisciplinare di esperti creato dal Ministero con il quale sono state individuate delle linee guida metodologiche e di indirizzo relativamente alla ricostruzione e al principio del dov’era e com’era. 

 

 

 

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