Confindustria: "Bruciare i rifiuti nei cementifici, opportunità da non sprecare"
I CSS, Combustibili solidi secondari, sono stati il tema del convegno “Rifiuti, problema o opportunità. La soluzione dei CSS” organizzato da Confindustria Umbria, che si è svolto stamani nella sede dell’Associazione regionale degli Industriali, le cui conclusioni sono state affidate a Sebastiano Serra della Segreteria Tecnica del ministero dell’Ambiente. Ad approfondire l’argomento sono stati autorevoli esperti della materia che hanno offerto il loro contributo alla comprensione di una questione – quella dell’utilizzo dei rifiuti – di grande attualità.
Il Combustibile solido secondario è quello ottenuto, dopo un controllato processo di produzione, dai rifiuti non pericolosi e non più riciclabili. Dopo questo processo il CSS diventa a tutti gli effetti un combustibile, al pari di quelli fossili, e che può essere utilizzato per produrre energia nei cementifici e nelle centrali elettriche.
I molti paesi europei, in testa la Germania, i CSS vengono considerati come la soluzione ideale per chiudere il ciclo dei rifiuti. Ora anche l’Italia si è dotata di ulteriori strumenti normativi, come i decreti Clini, che potrebbero facilitare l’allineamento agli standard dei Paesi più avanzati e l’utilizzo del CSS nei cementifici. Attualmente in Italia – come spiegato da Elisabetta Perrotta, Direttore FISE Assoambiente – solo l’8 per cento dell’energia termica per la produzione del cemento deriva da CSS e solo una Centrale, quella di Fusina (VE), utilizza CSS. Ma, se si escludono Liguria e Valle d’Aosta – come illustrato nella sua relazione da Daniele Gizzi, Responsabile Ambiente AITEC (Associazione Italiana tecnico-economica del cemento) – in ogni regione italiana c’è almeno un forno da cemento in funzione che potrebbe essere utilizzato per i CSS.
“Confindustria Umbria da molti anni segue con attenzione e con proposte operative la questione della gestione dei rifiuti - ha sottolineato in apertura Ernesto Cesaretti, vice presidente di Confindustria Umbria – abbiamo costantemente sostenuto che fosse paradossale gettare nelle discariche – addossando ai cittadini ed alle imprese i relativi costi – materiali che, per il loro contenuto energetico, possono essere valorizzati come combustibile. Abbiamo, inoltre, rappresentato la irrazionalità del progetto di costruire ex novo in Umbria un inceneritore per il trattamento dei rifiuti, quando nella regione sono attivi una centrale di produzione di energia elettrica e tre cementifici che potrebbero utilizzare combustibili solidi derivati dai rifiuti in sostituzione dei combustibili fossili oggi impiegati, evitando così di generare emissioni aggiuntive nell’atmosfera. Si tratta - ha aggiunto - di soluzioni rispondenti a criteri di razionalità, economicità ed efficienza d ampiamente sperimentate e applicate non solo in tanti Paesi europei, ma anche in diverse regioni del nostro stesso Paese”.
L’assessore all’Ambiente della Regione Umbria Silvano Rometti nel suo intervento ha – di fatto - messo da parte la possibilità della costruzione di un nuovo impianto di termovalorizzazione non escludendo la possibilità di impiego dei CSS nella nostra regione. “Un impianto dedicato – ha detto - stabilizzerebbe un fabbisogno di 140 mila tonnellate di frazione da termovalorizzare e questo quantitativo dovrebbe essere garantito. Quindi non ci sarebbe più la spinta ad andare avanti nel migliorare la percentuale della raccolta differenziata e nel conseguente riciclo dei materiali. Dobbiamo allora guardare a soluzioni che siano sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico. Certo è che se il rifiuto rappresenta una risorsa lo deve essere per la comunità e per i cittadini, mentre finora è stato soltanto un costo”.
Gli interventi dei “tecnici” presenti al convegno sono stati utili a tracciare l’attuale panorama dei rifiuti e a descrivere possibili scenari futuri in cui i rifiuti non siano più tali, ma diventino una risorsa capace di contribuire all’enorme fabbisogno energetico del Paese (l’Italia ha la bolletta energetica più cara d’Europa) nella logica di arrivare ad evitare un utilizzo delle discariche in cui attualmente finiscono 17 dei 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani prodotti in Italia. In Umbria i rifiuti urbani prodotti ogni anno – come ha sottolineato Giancarlo Marchetti, Direttore Tecnico ARPA Umbria - sono 504 mila tonnellate. Di questi 283 mila vanno a smaltimento e 221 a raccolta differenziata. Cento mila tonnellate potrebbero invece essere riutilizzate e impiegate nel circuito CSS.
Fermamente e fortemente contrari alle discariche sia Davide Tabarelli, Presidente di Nomisma Energia che Sebastiano Serra del ministero dell’Ambiente, quest’ultimo categorico nel sostenere che tutti debbano contribuire affinché i rifiuti non vadano più in discarica.
“I rifiuti in discarica devono sparire – ha sostenuto Davide Tabarelli – Anzi in un’economia intelligente non deve esistere il termine “rifiuto”. Quello che va in discarica rappresenta un enorme spreco energetico. Negli ultimi dieci anni abbiamo buttato in discarica 11 miliardi di euro. I CSS rappresentano una soluzione ottimale e sostituiscono i combustibili fossili, consentono di non sprecare energia con una conseguente riduzione media nella spesa delle famiglie di 50 euro all’anno. Tutto questo accade in Germania da sempre”.
“Oltretutto – ha aggiunto Serra – a differenza dei combustibili fossili, i CSS hanno un coefficiente di emissione di CO2 molto basso, quindi il loro impiego consentirebbe di non aumentare le emissioni in atmosfera che hanno una evidente e disastrosa incidenza sull’andamento climatico”. Serra ha rassicurato anche sulle modalità di produzione dei CSS. “I parametri per la creazione di questo prodotto – ha concluso – sono definiti dalla Comunità europea quindi rispondono a standard molto severi”.
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