Non lezioni o ricette ma uno scambio di riflessioni e competenze tra mondo dell’impresa, dell’Università, del lavoro e delle istituzioni. Tutti soggetti chiamati a un salto di qualità per contribuire a sciogliere quei nodi strutturali che frenano lo sviluppo della nostra regione. Questi gli obiettivi dell’incontro dal titolo “Tempesta di cervelli sull’economia umbra” tenutosi questa mattina a Spoleto, promosso dal Gruppo dei Giovani Imprenditori di Confapi Umbria e moderato da Guido Perosino, Direttore della Confapi regionale. “Abbiamo voluto creare – ha esordito Leonardo Buono, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confapi Umbria - un momento di confronto che ci consentisse di raccogliere spunti sui quali lavorare e a partire dai quali elaborare delle proposte e promuovere delle azioni”. Ad aprire i lavori il Presidente dell’Agenzia Umbria Ricerche, Claudio Carnieri. “L’Umbria - ha esordito Carnieri - è parte di questa zona centrale italiana e quindi di un percorso ben preciso. A differenza della Toscana e dell’Emilia Romagna la nostra regione ha costruito la propria identità attraverso le istituzioni e il protagonismo delle forze sociali. Il manifatturiero sta al valore aggiunto dell’Umbria per un piccolo 17 ma senza una forte, ricca e innovativa base industriale, supportata da adeguati servizi, un territorio non sta in piedi. La grandissima e terribile illusione che la finanziarizzazione dell’economia potesse sostituire la produzione di beni si è finalmente rivelata per quello che è. Oggi stiamo entrando in una seconda globalizzazione che riporta al centro beni e merci. E’ sempre più evidente che la performance dell’impresa è legata sia all’intelligenza del singolo che al contesto in cui si sviluppa. Per ora il mercato prevalente dell’Umbria è il mercato interno quindi abbiamo innanzitutto bisogno di una politica espansiva. La nostra regione rappresenta l’1,4% dell’Italia con esportazioni che pesano per meno dell’1%”. Il diritto di esserci per le imprese e di essere adeguatamente rappresentate, quindi, ma anche il dovere di stare sul mercato nel migliore dei modi. Il testimone su questo punto è stato preso da Massimo Paoli, Ordinario di economia e management dell’innovazione all’Università di Perugia. “La dimensione delle imprese umbre - ha sottolineato Paoli - rimane il fattore critico per eccellenza. Siamo di fronte a imprese transnazionali e questa dovrà essere la strada per tutte le aziende perché l’inevitabile non si può fermare, così come va affrontata la necessità di una migliore patrimonializzazione e il distacco dell’impresa dalla famiglia. I mercati emergenti rappresentano delle opportunità immense che però con le loro dimensioni le imprese non sono in grado di cogliere, a meno che non giochino rapidamente la carta dei network e della leadership nei canali distributivi attraverso i quali veicolare il made in Italy”. “La politica – ha commentato Gabriele Chiocci, Presidente di Confapi Umbria - determina il quadro in cui noi imprenditori ci muoviamo e finché rimarrà legata a una logica del consenso, che cozza con la capacità di prendere decisioni importanti, rimarremo in questo impasse allarmante”. “Proprio per il fatto l’Umbria è nata perché a un certo punto le Istituzioni se la sono inventata – ha detto Ulderico Sbarra, Segretario della Cisl Umbria - le istituzioni pesano ancora oggi e pesano troppo. Cosa sarà l’Umbria senza la spesa pubblica che verrà meno con il taglio dei trasferimenti? Noi abbiamo un problema di sviluppo e un problema politico, rispetto ai quali il combinato disposto genera un problema sociale. L’Umbria deve porsi il problema di salvaguardare un pezzo fondamentale della manifattura perché ciò significa preservare la ricchezza di cui disporremo. Per far questo c’è bisogno di un patto sociale forte tra produzione e lavoro che consegni alla politica un nuovo modello umbro. Abbiamo uno strumento che è l’Alleanza per l’Umbria e li dovremo impegnarci”. “Dal mio osservatorio privilegiato – ha sottolineato Anna Mossuto, Direttore del Corriere dell’Umbria - è evidente che siamo di fronte a un momento particolarmente difficile che richiede interventi straordinari. L’Alleanza per lo Sviluppo è un contenitore che va riempito facendo massa critica e fronte comune su partite chiave come quelle dell’innovazione, dell’internazionalizzazione e della promozione del made in Umbria”. Interessante e vivace il dibattito che ne è seguito che ha visto il contributo di stimolanti interventi.
       

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