(AVInews) – PERUGIA – In occasione dell’assemblea nazionale di Confagricoltura che ha portato alla nomina di Massimiliano Giansanti alla presidenza, giovedì 30 marzo la massima assise dell’organizzazione di rappresentanza dei datori di lavoro in agricoltura ha approvato all’unanimità un’importante integrazione al proprio Codice etico puntualizzando che “le imprese agricole associate ripudiano ogni forma di caporalato e di sfruttamento dei lavoratori e si impegnano a rispettare la libertà e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, pena l’esclusione dalla base associativa”.

“Questa scelta – commenta Marco Caprai, presidente di Confagricoltura Umbria – ha voluto formalizzare quello che è uno dei valori fondanti di Confagricoltura, a livello nazionale e territoriale, anche riguardo a recenti fatti di cronaca che hanno riguardato l’intero Paese, senza risparmiare la nostra regione. Il rispetto della libertà e della dignità personale delle lavoratrici e dei lavoratori e di tutti i collaboratori dell’impresa non è soltanto un obbligo, ma un valore etico e culturale irrinunciabile”.

“Lo sfruttamento della manodopera – prosegue Caprai – è, tra le altre cose, una forma di concorrenza sleale tra imprese che vede fortemente penalizzate in termini di competitività quelle che rispettano tutte le norme. I recenti fatti di cronaca che hanno riguardato la nostra regione sicuramente non preoccupano, ma è forte la speranza che si tratti di casi isolati e poco diffusi”. “È necessario – conclude il presidente di Confagricoltura Umbria – che continui l’attività di lotta a questi fenomeni e, al contempo, vengano semplificate le procedure in essere per il collocamento, al fine di facilitare l’attività delle imprese che vogliono stare nelle regole e togliere ogni alibi a chi di regole non ne vuol sentir parlare”.

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