PERUGIA - Non c'e' stata, da parte della giunta regionale dell'Umbria, l'accelerazione che la Cgil auspicava sulla questione delle riforme endoregionali e della chiarezza di intenti sulle comunita' montane: e' quanto sottolinea Paolo Favetta, del sindacato della Funzione pubblica, ribadendo la ''necessita' che tutti i soggetti istituzionali coinvolti procedano alla definizione di una proposta unitaria e condivisa'' su questo versante. In una nota, Favetta ribadisce la sollecitazione ad avere ''certezza delle risorse a disposizione del processo di riforma, condivisione dei criteri di ricollocazione e sul ruolo che i stessi dipendenti pubblici dovranno rivestire negli organismi riformati'' e ''chiarezza sulle ragioni dello scioglimento dell'Arusia''. Il sindacalista della Fp-Cgil ricorda che ''in discussione, oltre evidentemente al futuro dei lavoratori, c'e' il ruolo e la funzione che le comunita' montane hanno svolto in questi 40 anni nel campo ambientale, per la prevenzione e la difesa del suolo dal dissesto idrogeologico, per migliorare le infrastrutture nei territori della regione, per assicurare i servizi ai cittadini. Queste sono state e sono le comunita' montane dell'Umbria. Con buona pace della demagogia e del populismo che hanno imperversato negli ultimi anni''.

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