La partita per il riconoscimento della legittimità della comunanza agraria dell’Appennino Gualdese era in verità già vinta a tavolino, soprattutto dopo l’acquisizione da parte dei suoi promotori delle prove documentali ricostruite dal servizio usi civici della Regione dell’Umbria.
Quella che  per la Giunta Morroni si profila all’orizzonte è però una batosta sonora che strapazza a dovere l’irresponsabile atteggiamento di chiusura e di ostilità da essa dimostrato nei confronti dell’iniziativa dei tanti cittadini che hanno voluto ricostituire il sodalizio per la migliore tutela della nostra montagna, quale patrimonio collettivo della nostra comunità.
I pareri che la Regione dell’Umbria ha inviato ai promotori e al Sindaco di Gualdo Tadino sono infatti clamorosamente limpidi, in fatto e in diritto, e lasciano presagire un altro terremoto amministrativo per questa Giunta. Il Servizio Usi civici della Regione è stato chiarissimo: ogni Atto in contrasto con la normativa in vigore in materia di usi civici è nullo.

La supponenza, l’arroganza e l’approccio ostile all’ascolto, al coinvolgimento e alla partecipazione dei cittadini che sono tipici di questo Sindaco e di questa Giunta si sono ancora una volta ritorti contro di loro. La Giunta che ha tentato in tutti i modi di ostacolare il lavoro della nuova comunanza agraria, che è perfino giunta ad affiggere manifesti in tutta la Città contro le centinaia di cittadini che avevano partecipato alle sue assemblee, che ha dileggiato i suoi promotori tentando di alimentare sediziosamente ma invano l’ostilità nei loro confronti e che anche recentemente ha disquisito sulla più che presunta illegittimità della loro iniziativa e delle loro richieste, si trova ora battuta sul campo dalla verità.
Alla luce dei pareri della Regione, l’operato del Sindaco e della Giunta appare gravissimo perché essi hanno continuato a deliberare su questioni importanti facendo finta di niente e senza tenere in alcuna considerazione le normative sugli usi civici, nonostante le diffide del consiglio provvisorio della comunanza agraria e nonostante sull’argomento vi fosse un procedimento di verifica e di approfondimento aperto, ponendo di fatto sub iudice l’intera materia.

Senza la necessità di tornare sulla vergognosa vicenda delle cave di Vaccara anch’essa completamente rimessa in discussione dai pareri del Servizio regionale per gli usi civici, va annotato che perfino nell’ultimo consiglio comunale, quello sul bilancio AmmazzaGualdo, Giunta e maggioranza, con il cieco e promiscuo ausilio del centrosinistra liberista ed altalenante, hanno voluto forzare la mano deliberando prematuramente la convenzione con il Comune di Fossato di Vico per il parco eolico di Cima Mutali, nonostante a loro stessa detta non fosse poi così urgente ed importante farlo, nonostante i nostri rilievi avanzati proprio per la sussistenza di problematiche legate agli usi civici e nonostante i nostri richiami a soprassedere prima di una verifica definitiva a questo merito.

Pur nella condivisione del progetto di realizzazione del parco eolico, siamo stati gli unici a votare contro la forzatura di una delibera pressoché insignificante a quel fine ma talmente segnata da questo vizio d’origine: anche in questo caso sarebbe stato necessario mostrare almeno maggior rispetto nei confronti dei cittadini che hanno ricostituito la comunanza agraria. Non è solo una questione di forma, seppur importante sotto il profilo giuridico ed amministrativo, ma è una questione di ciccia e di sostanza. Nella prospettiva della realizzazione del parco eolico a metà tra Gualdo e Fossato, è un bene e risulterà a nostro avviso fondamentale che nell’area insistano gli usi civici e che solo grazie al ricorso alle normative che ne regolano la proprietà e l’utilizzo sarà possibile garantire maggiore trasparenza nei procedimenti amministrativi, ritorni economici più tangibili, stabili e consistenti per tutta la comunità e maggiori precauzioni di salvaguardia ambientale.

L’irragionevole ed ostentata ostilità da sempre dimostrata da questa Giunta nei confronti della ricostituzione della comunanza agraria diventa dunque nemica, oltre che dei beni comuni e dei cittadini che si ergono a loro tutela, anche dell’efficacia amministrativa e del profilo e dell’autorevolezza istituzionale dell’Ente locale. A questo punto ci domandiamo quali siano le ragioni più vere e più profonde di un così preoccupante approccio. Noi ne osiamo intuire una: il programma SvendiGualdo di privatizzazione selvaggia del territorio già inaugurato dalla Giunta Morroni con la riapertura delle cave di Vaccara ed oggi in procinto di avventurarsi verso altre ed altrettanto succulente mete ha bisogno di mani completamente libere e vede come un impiccio insopportabile qualsiasi azione di resistenza civile da parte della popolazione. Da ciò traspare un’idea barbara di utilizzo delle risorse ambientali e del patrimonio di tutta la collettività ed emerge un’idea di sviluppo falsa, completamente superata e smentita dai fatti, sia nella nostra Città che nell’intero nostro Paese.

Al contrario, la ricostituzione della comunanza agraria ed il riconoscimento delle sue ragioni morali, giuridiche ed amministrative che deriva dai pareri emessi dal Servizio usi civici della Regione rappresenta, a nostro avviso, una garanzia fondamentale di sostenibilità economica ed ambientale. Come abbiamo detto da subito, la nuova comunanza dell’Appennino Gualdese può effettivamente diventare la banca popolare gualdese in cui vengono messi in sicurezza i beni comuni ed il patrimonio collettivo della nostra Città, contro la loro svendita ed i rischi sempre più evidenti di un loro utilizzo predatorio e selvaggio.

E’ per questo che invitiamo i cittadini di Gualdo a partecipare all’assemblea indetta dal consiglio provvisorio della comunanza per venerdì 7 settembre, è per questo che invitiamo la Giunta a riferire nel dettaglio in consiglio comunale sulle conseguenze dei pareri del Servizio regionale per gli usi civici, è per questo che la invitiamo ripristinare la legalità predisponendo l’annullamento di tutti gli atti resi nulli per effetto di quei pareri  ed è per questo che sosteniamo senza se e senza ma la possibilità che Appennino gualdese diventi una sorta di costituente popolare dei beni comuni e delle ricchezze ambientali della nostra montagna, per una loro migliore salvaguardia e per un utilizzo “democratico” che badi all’interesse generale di tutta la comunità e non ai profitti esclusivi di una piccolissima manciata di grandi speculatori.

Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini

 

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