PERUGIA - Il Comitato spontaneo Antipuzza di Villa Pitignano, Ponte Felcino, Bosco e Ramazzano esprime tutta la sua soddisfazione in merito alla sentenza del TAR n. 552 del 23 agosto 2017, con la quale si confermano tutte le violazioni di legge denunciate da anni.Violazioni che riguardano l'attività svolta dall'azienda che, in  Villa Pitignano di Perugia, in area urbanizzata, lavora rifiuti speciali non pericolosi, provocando emissioni nauseabonde, tali da precludere, addirittura, la vivibilità dei luoghi, come scritto nelle recentissime ordinanze contingibili e urgenti, rese dal Sindaco, durante quest'estate. 

Nel respingere tutti i ricorsi dell'Azienda, TAR Umbria, di fatto, dà ragione ai cittadini, che con le loro plurime diffide e i loro reiterati esposti  avevano sollecitato gli Enti, oggi vittoriosi, ad adottare i provvedimenti impugnati e confermati dal Giudice Amministrativo. Provvedimenti concernenti l'esercizio dell'attività di compostaggio rifiuti, in un'area a forte valenza ambientale, senza neppure aver operato una preventiva valutazione di compatibilità paesaggistica rispetto ad impianti che, come si legge in sentenza, "anche per le loro dimensioni, hanno comportato la trasformazione in via permanente del suolo ove sono stati edificati, e, pertanto, avrebbero dovuto essere assoggettati a permesso di costruire",  nonché il mancato adeguamento a tutt'oggi alle BAT (Migliori Tecniche Disponibili), nonostante le molteplici proroghe concesse da Regione Umbria, "anche ai fini della definizione ed attuazione del cronoprogramma delle operazioni di abbassamento dei cumuli, peraltro mai effettivamente poste in essere, nonostante il lungo periodo di tempo trascorso (oltre venti mesi) dal rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale n. 2917 del 6 luglio 2015".

Il Comitato ha sempre tenacemente denunciato, con il proprio legale, tali violazioni della normativa edilizia, paesaggistica e il mancato reiterato rispetto delle prescrizioni autorizzative, avversando anche gli ostacoli frapposti, non solo dai diretti interessati, ma perfino dalle stesse Istituzioni! 

Forte dunque di tale conferma, il comitato si ripromette di proseguire imperterrito la sua battaglia, “Ci fermeremo – proclama - solo quando sarà raggiunto l'obiettivo della delocalizzazione dell'impianto in un'area idonea ad ospitarlo, per il bene comune della salute e dell'ambiente. Ugualmente, vigileremo attentamente, affinché il nuovo procedimento "per l'installazione per la produzione di fertilizzanti organici, relativa all'Autorizzazione Integrata Ambientale D. D. provinciale n. 2917/2015, di cui è titolare la Società Agri Flor S.r.l., avviato il 18 luglio 2017 da Regione Umbria, non si rilevi un'ulteriore maschera, con la quale celare, una volta per tutte, l'evidente incompatibilità urbanistica degli impianti con il vincolo paesaggistico e la classificazione, ivi, da PRG, dell'area di particolare interesse agricolo. Si tratterebbe di un illecito compromesso tra pubblico e privato, che ci auspichiamo aver ormai debellato".

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