Con la recente nomina del dottor Pietro Manzi a direttore sanitario e della dottoressa Maria Mariani a direttore amministrativo si compie un ulteriore passo verso la definizione dello staff dirigenziale della nuova direzione generale dell’Azienda Ospedaliera di Terni, in attesa della definitiva individuazione della dirigenza delle professioni sanitarie.
“Considerata la comprovata esperienza di questi dirigenti e la riapertura del dialogo e del confronto con i rappresentanti di tutte le figure professionali dell’Azienda Ospedaliera, tempestivamente avviata dal direttore generale Casciari (che, ad oggi, ha messo in atto un significativo cambio di rotta, rispetto alla gestione precedente, in termini di ripresa di efficienza del sistema ospedale), così come un generale miglioramento del clima lavorativo, riteniamo che finalmente vi siano le premesse per risollevare le sorti dell’Azienda, restituendole il ruolo di primo piano in ambito nazionale che ha sempre avuto e che merita”. Così in una nota Giorgio Lucci, segretario generale della Fp Cgil di Terni, e Francesco Fiorello, segretario Fp Cgil Medici e Dirigenti.
“Ovviamente – proseguono i due rappresentanti sindacali - rimane il problema del blocco delle assunzioni, previsto dalla delibera regionale, che non aiuta il rilancio dell’Azienda e obbliga la direzione ad effettuare una riorganizzazione ad iso-risorse".
“Pur non essendo in discussione la collaborazione della dirigenza medica e sanitaria e del personale del comparto della nostra organizzazione sindacale – affermano ancora Lucci e Fiorello - da subito disponibile ad un fattivo coinvolgimento finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di efficientamento delle performance dell’Azienda, valuteremo nei fatti le modifiche organizzative che verranno deliberate, non astenendoci se necessario dalla presentazione di eventuali critiche costruttive, con l’obiettivo di dare il nostro contributo ad un’inversione di tendenza anche per ciò che riguarda la qualità delle relazioni sindacali. Insomma, nessun assegno in bianco”.
Per la Cgil l’obiettivo è “mettere finalmente da parte una metodologia caratterizzata da assenza di dialogo, unilateralismo ed autoreferenzialità”, elementi che secondo il sindacato, “hanno in passato condizionato le scelte strategiche aziendali, determinando una crisi del sistema Azienda Ospedaliera che speriamo di poter superare, guardando al passato come ad un momento storico che non rivivremo mai più”.

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