Il comparto vinicolo e le sanzioni contro la Russia. Audizioni in Commissione
Nella riunione odierna della Seconda Commissione, presieduta da Valerio Mancini, è stato approfondito, attraverso una serie di audizioni, il tema concernente le ‘Ripercussioni sul comparto vitivinicolo umbro e sul settore agro-alimentare regionale a seguito dell’imposizione delle sanzioni da parte dell’Unione Europea nei confronti della Russia’.
Dai partecipanti alla riunione è emersa sostanzialmente la necessità di intervenire, da parte di ogni livello istituzionale, sul costo dell’energia e sulle materie prime necessarie per l’attività delle imprese del comparto. Come pure è stata sottolineata l’esigenza della creazione di distretti energetici e dell’organizzazione di una strutturata rete imprenditoriale. Il dirigente regionale Franco Garofalo ha spiegato le iniziative messe in campo a livello Comunitario e nazionale per fronteggiare l’emergenza. Misure importanti – ha assicurato Garofalo – le sta predisponendo anche la Regione. Verranno previste misure attraverso un principio di proporzionalità introducendo meccanismi che prevedano un ristoro proporzionato rispetto alla tipologia dell’impresa.
A chiedere la programmazione dell’audizione e del confronto è stato il consigliere e membro della stessa Commissione, Manuela Puletti (Lega) che, in apertura della riunione, ha sottolineato l’importanza di conoscere in maniera approfondita le conseguenze dell’aumento dei costi energetici, “che – ha detto - sta portando a un caro bollette che zavorra pesantemente le imprese. Il settore vitivinicolo umbro – ha ricordato - dopo gli anni difficili della pandemia sta dando un forte contributo alla ripresa della nostra regione. E lo sta facendo con la forza delle nostre produzioni locali. Per questo è importante capire insieme agli attori di questo settore quali sono i problemi e come affrontarli al meglio”.
Giampaolo FARCHIONI (Coldiretti): “Il rincaro dei fertilizzanti, il blocco dei trasporti dovuto al caro energia e quindi anche ai carburanti ha portato ad un rallentamento ed in certi casi ad un fermo delle attività produttive. Tutto questo provoca a catena oggettive difficoltà nel fare fronte a pagamenti. Le difficoltà, rispetto all’export riguardano anche altri settori come quello lattiero. In campo energetico è necessario puntare ad un adeguato efficientamento attraverso una intelligente diversificazione delle soluzioni. L’obiettivo è di diventare autosufficienti. Lo Stato e la Regione sono chiamati a stare vicino agli agricoltori anche rispetto a colture oggi non redditizie. Come Coldiretti abbiamo delineato linee guida di aiuto per gli agricoltori”.
Fabio ROSSI (CONFAGRICOLTURA): “I problemi causati all’export dal conflitto in Ucraina è una problematica che si sovrappone ai precedenti effetti causati dalla pandemia da cui stava emergendo una seppur piccola ripresa. Grandi problemi sono causati dall’impatto dell’aumento dell’energia e dei materiali utili all’agricoltura a partire dai concimi. Molti degli aumenti sono riconducibili ad una speculazione. Quello del vino rappresenta un settore vivace a livello di export. Sotto torchio c’è anche e soprattutto la zootecnia. Come Associazione stiamo predisponendo azioni e convenzioni con istituti bancari per eventuali ristrutturazioni di mutui e per dare quindi respiro a molte aziende. Quello dell’approvvigionamento dell’energia è un problema gigantesco a livello nazionale e che chiede soluzioni urgenti”.
Giampaolo TABARRINI (Consorzio tutela vini Montefalco): “Con gli effetti della pandemia le aziende si sono indebitate, soprattutto le piccole che hanno subito crolli di fatturato abissali, a differenza delle grandi che si affacciano su mercati diversi. Il problema della guerra in Ucraina non riguarda soltanto l’export, ma lo è a 360 gradi con la difficoltà di approvvigionamento di qualsiasi materiale utile. Particolarmente pesante è il costo del gas e del petrolio agricolo. La Regione è chiamata ad intervenire, in sinergia con le stesse aziende, nella creazione dei distretti energetici, adeguando la normativa vigente”.
Franco GAROFALO (dirigente regionale): “La questione è ovviamente emergenziale. Alla crisi causata dal covid si è aggiunta quella conseguente alla guerra. La Commissione Europea ha adottato un quadro temporaneo per la crisi con validità fino al prossimo 31 dicembre che consente di fronteggiare l’emergenza e quindi l’impatto sulle imprese. Il quadro temporaneo recentissimo mette in campo tre possibilità di intervento: aiuti con importo limitato per imprese anche del settore agricolo; sostegno e liquidità attraverso garanzie dello Stato; compenso dei prezzi relativamente all’aumento dell’energia. Il quadro dell’Unione Europea detta principi su cui gli Stati membri devono tenere conto. L’aiuto dovrà essere proporzionale all’effettiva crisi economica avuta dall’impresa (fatturato, costi energici, ecc.). Il Governo e gli assessorati regionali all’agricoltura già ad inizio marzo hanno affrontato il problema della crisi dovuta al conflitto bellico proponendo al Consiglio dei ministri sostegni ad imprese agricole ed agroalimentari. Sembra essere prevista l’attuazione di un regime transitorio rispetto all’applicazione della Pac (Politica agricola comune) ritenendo che in questa situazione emergenziale farla partire dal primo gennaio 2024 potrebbe creare, in questa fase, problemi di attuazione. La richiesta che farà il Governo sarà quindi lo slittamento di un anno per l’entrata in vigore della nuova Pac 2023-2027. Nel decreto viene anche prevista la possibilità di utilizzare il digestato prodotta da biogas in luogo dell’uso dei fertilizzanti. Per quanto attiene al lavoro della Regione, ieri si è svolto un incontro tecnico con il Ministero per valutare la possibilità di mettere in campo risorse e strumenti utili per poter far fronte a questa situazione emergenziale e di sostegno immediato alle imprese. La proposta che sta emergendo da parte di tutte le autorità di gestione, rispetto ai programmi di sviluppo rurale, è la possibilità di inserire una nuova misura che possa affrontare l’emergenza. Una misura utile al sostegno delle aziende per aumento dei costi energetici o carenza di liquidità per pagare i fornitori. Le scelte verranno fatte attraverso un principio di proporzionalità introducendo meccanismi che prevedano un ristoro proporzionato rispetto alla tipologia dell’impresa. Questo tema verrà portato al tavolo verde. Abbiamo comunque già aderito a questa ipotesi a livello di autorità di gestione dei programmi di sviluppo rurale per poter mettere in atto uno strumento immediato, al fine di utilizzare eventuali risorse residue da girare velocemente a favore delle imprese”.
Alla riunione hanno preso parte anche alcuni titolari di aziende agricole che hanno sostanzialmente rimarcato le criticità espresse dai rappresentanti delle Associazioni di categoria, auspicando una costante attenzione ed ascolto da parte della Regione per delineare azioni che possano portare quanto prima a soluzioni condivise e lungimiranti.
Nei successivi interventi riservati ai consiglieri membri della Commissione, Michele BETTARELLI (Pd) ha ricordato che già lo scorso 14 marzo ha trasmesso una lettera alla presidente della Giunta, Donatella Tesei e ai tre Presidenti delle Commissioni consiliari permanenti (https://tinyurl.com/2p9jeefz(link is external)) in cui, sulla situazione del ‘caro prezzi’, chiedeva ascoltare le istanze delle forze economiche e sociali per definire urgentemente un piano di interventi. “Sono quindi soddisfatto - ha detto – che si stia facendo quanto da me richiesto, seppure con un ordine del giorno diverso. È evidente - ha aggiunto – che parlare del settore vitivinicolo significa anche parlare di energia, di acqua, di trasporti, di materie prime, fertilizzanti, ecc. Questioni di questa natura richiedono un approccio complesso che riguarda molteplici settori. Siamo in un percorso che ci deve vedere coinvolti in maniera completa, poiché la problematica va affrontata nella sua interezza”.
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