Commissariamento - Il Pd e Trevi per Noi puntano tutto sul Consiglio di Stato
PERUGIA - La speranza è l'ultima a morire, soprattutto se si può giocare ancora un'ultima mano di poker al consiglio di stato che rimette sul piatto la guida dell'amministrazione comunale di Trevi. Il giocatore d'azzardo è il Pd-Lista per Trevi che non ci sta alla decisione del Tar dell'Umbria di annullare il voto elettorale del 2011 per via dell'anomala ammissione al voto di 34 cittadini stranieri comunitari.
“Siamo certi che il Consiglio di Stato si pronuncerà in maniera favorevole. Rigettiamo qualsiasi illazione avanzata dal centro-destra sul mancato rispetto delle regole di una libera e democratica competizione elettorale e annunciamo il ricorso contro la sentenza del Tar dell’Umbria. Al fine di porre termine alla mistificatoria campagna di disinformazione posta in essere dal PDL trevano, ci preme sottolineare che il Tribunale amministrativo si è pronunciato sulle delibere di ammissione al voto dei cittadini comunitari (tra i quali figurano polacchi, rumeni, austriaci, danesi), adottate dalla Sottocommissione Elettorale di Spoleto".
Il Pd e la lista civica assolvono la Commissione Elettorale di Spoleto: "Il Ministero dell’Interno, costituitosi con l’Avvocatura di Stato, ha ribadito la piena e assoluta legittimità dell’operato della Sottocommissione Elettorale di Spoleto, chiedendo che il ricorso venisse respinto. Il TAR ha annullato le suddette delibere non condividendo le direttive impartite dalla Prefettura. Intendiamo, pertanto, evidenziare che le decisioni assunte dal TAR riguardano, esclusivamente, l’attività svolta dalla Sottocommissione elettorale di Spoleto, la cui legittimità, siamo certi, potrà essere provata in fase di appello al Consiglio di Stato.
La cittadinanza deve essere informata del fatto che la sentenza del TAR non riguarda minimamente alcun atto adottato dagli uffici comunali, né alcuna attività riferibile alla coalizione “Noi per Trevi”, che si trova a subire, suo malgrado, le conseguenze di opposte interpretazioni della legge da parte di due organi dello Stato".
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