PERUGIA - Nel primo trimestre di quest'anno hanno già chiuso in Umbria più di 700 attività del commercio e del turismo: a lanciare il grido d'allarme è la Confesercenti Umbria secondo cui la crisi si sta manifestando nella maniera più cruda che si poteva ipotizzare. Se continuasse con l'andamento rilevato dai dati di Movimprese alla fine del 2012 saranno circa 3 mila - sostiene l'organizzazione in una nota - le imprese cessate con la perdita di 9 mila posti di lavoro.

Secondo Confesercenti “a situazione resta grave e l'Umbria, così come l'Italia non cresce, ha infrastrutture inadeguate e investe poco in ricerca, formazione e innovazione”.

Va accelerato il processo di riforma delle agenzie regionali - si legge in una nota dell'organizzazione - perché c'è un'articolazione istituzionale definita costosa, funzionale molto spesso più alla politica che al mondo delle imprese e produce enormi sprechi.
Inaccettabile è considerato poi l'aumento del prelievo fiscale che è arrivato alla “iperbolica” soglia del 45%.
 

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