PERUGIA - Non soltanto il morso forte della crisi, ma anche tante problematiche specifiche, come l'applicazione della direttiva Bolkenstein, il Durc, il contrasto all'abusivismo e il bisogno di riqualificare di fiere e mercati: e' piuttosto grigio l'orizzonte dei venditori su aree pubbliche, che si sono ritrovati stamani all'assemblea promossa dalla Fiva-Confcommercio.

In Umbria ci sono oltre 1.900 attivita' di commercio ambulante, settore che - ricorda un comunicato di Confcommercio Umbria - fino al 2010 ha fatto un registrare un saldo positivo nella nati-mortalita' delle imprese (piu' 70 nel 2010 rispetto al 2009).

Gli ambulanti che vendono prodotti alimentari rappresentano il 22% del totale; il resto opera nel settore non food, con una prevalenza di imprese che vendono abbigliamento, calzature e prodotti tessili (43%); un quota significativa e' rappresentata da operatori generici che vendono merce non specificata (32,3%).

Nel corso dell'assemblea, gli ambulanti hanno espresso la loro voglia di reagire alla crisi e di tornare ad essere protagonisti di una tipologia di commercio che nella realta' umbra ed italiana ha avuto sempre un notevole gradimento da parte dei consumatori. Gli imprenditori sono dunque disponibili a proporre soluzioni innovative e a fare iniziative che possano intercettare nuove tendenze, nuovi bisogni e nuove tipologie di consumatori ma nel contempo chiedono di essere sostenuti in questo sforzo dalle istituzioni, in primo luogo i Comuni, chiamati ad reinvestire i proventi della tassa di occupazione del suolo pubblico nella riqualificazione di fiere e mercati.

La Fiva-Confcommercio - ricorda il comunicato - ha assunto nell'ultimo anno un ruolo sempre piu' attivo, incaricandosi, in collaborazione con i Comuni, della realizzazione e gestione diretta di nuove manifestazioni fieristiche: ultime in ordine di tempo Tipico Italiano, in programma a Citta' di Castello dal 16 al 18 marzo, e il Mercato europeo del commercio ambulante, in programma a Foligno il 7-8-9 aprile.

Il settore sconta pero' l'attacco sempre piu' forte dell'abusivismo: infatti accanto alle forme di abusivismo plateali e conosciute, oggi si assiste ad altre tipologie, con operatori che commercializzano prodotti a prezzi cosi' stracciati da destare piu' di qualche dubbio circa la provenienza della merce. Per questo gli operatori, attraverso la Fiva, ribadiscono la richiesta di una piu' incisiva azione di controllo e sanzionatoria da parte degli organi preposti.

Per rappresentare questa vera emergenza, che potrebbe nascondere pericolose forme di illegalita', Fiva-Confcommercio annuncia che chiedera' un incontro alla prefettura e proseguira' l'azione di sensibilizzazione nei confronti dei Comuni e delle forze dell'ordine, chiamati a garantire un intervento piu' forte e piu' incisivo.
 

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