PERUGIA - Il pesante andamento dell’economia nel 2011, aggravato dal crollo dei consumi registrato nell’ultimo periodo dell’anno, anche per effetto della manovra depressiva del governo, ha condotto a tale punto la già stagnante situazione del commercio da indurre Confcommercio della provincia di Perugia a chiedere lo “stato di crisi” per l’intero settore.

Per consentire alle imprese di superare l’emergenza, Confcommercio della provincia di Perugia ha individuato una serie di misure che l’organizzazione chiede in primo luogo al Governo, tramite i parlamentari umbri, ma anche a Regione, Provincia, Comuni, Enti previdenziali, Agenzia delle Entrate, istituti bancari.
Queste misure saranno portate all’attenzione della Confcommercio nazionale, perché la confederazione le faccia proprie e sostenga la loro attivazione su tutto il territorio nazionale.

“Se i nostri interlocutori dovessero restare sordi alle nostre richieste – ha sottolineato Giorgio Mencaroni, presidente della Confcommercio della provincia di Perugia, nel corso della conferenza stampa, alla quale hanno preso parte anche i membri del consiglio direttivo della organizzazione – esiste il rischio concreto di chiusura per migliaia di imprese commerciali, che in questo momento non sono in grado di far fronte ad adempimenti e scadenze.

La condizione di difficoltà coinvolge anche le imprese del turismo - settore che non riesce a decollare come potrebbe, alle prese con problemi di scarsa redditività - sul quale incombe il rischio dell’introduzione della tassa di soggiorno.

Facendosi interprete di questa situazione di eccezionale gravità - confermata da due distinte indagini condotte, rispettivamente, nella prima settimana di dicembre e nei giorni tra Natale e Capodanno - Confcommercio della provincia di Perugia chiede il riconoscimento dello stato di crisi del settore e invoca misure in grado di dare fiato alle imprese per i prossimi mesi e di traghettarle oltre la fase di recessione".

SCARICA LO SCHEMA DELLE MISURE RICHIESTE DALLA CONFCOMMERCIO

 

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