Comitato monitoraggio: “Numeri raccolta differenziata. Probllemi e prospettive"
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PERUGIA – Gli obiettivi del Piano regionale dei rifiuti, le percentuali di raccolta differenziata raggiunte, la chiusura del ciclo e l'ampliamento delle discariche, il combustibile solido secondario e la termovalorizzazione, il recupero di materie prime dall'indifferenziato e la forte riduzione della produzione dei rifiuti. Sono questi gli argomenti affrontati durante l'audizione del Comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull'amministrazione regionale a cui il presidente Maria Rosi ha invitato i rappresentanti dei 4 ambiti territoriali integrati dell'Umbria.
Al termine dell'incontro la presidente Rosi ha sottolineato l'esigenza di convocare l'assessore regionale Silvano Rometti per fare chiarezza su alcuni punti che necessiterebbero di un approfondimento: la validità odierna dell'ipotesi termovalorizzazione per la chiusura del ciclo, le possibilità di utilizzo del combustibile solido secondario, la reale capienza residua delle discariche e i veri livelli di raccolta differenziata raggiunti, la praticabilità, a fronte di gare già bandite da parte degli Ati, della riforma della Giunta che mirerebbe a creare un ambito unico regionale.
GLI INTERVENTI
ATI numero 1, Luciano Bacchetta (sindaco di Città di castello e presidente) e Luca Secondi (assessore comunale): “Il piano d'ambito 2011-2025 è stato fatto, ora stiamo lavorando per la gara di affidamento e per la realizzazione dell'impiantistica prevista. Abbiamo l'obiettivo del 65 per cento di raccolta differenziata, ora siamo sopra il 50 per cento a Città di Castello mentre come Ambito n.1 siamo sotto quella soglia, ma con una tendenza in crescendo. L'efficacia del Piano di ambito non dipende solo dalle scelte amministrative ma anche da vicende legate a ricorsi al Tar contro l'ampliamento della discarica. Abbiamo previsto una impiantistica fortemente legata alla trattazione del rifiuto differenziato per rendere sostenibili gli investimenti realizzati. Abbiamo una discarica regionale, quella di Belladanza, che è completa, aveva solo delle piccole volumetrie messe a disposizione per affrontare i problemi di viabilità della discarica di Borgo Giglione. Dovremmo ampliarla per poter realizzare una politica dei rifiuti all'altezza della situazione e in grado di per mettere in sicurezza i bilanci. C'è la previsione di un ampliamento ma soprattutto di un impianto per il trattamento del rifiuto umido. Contiamo sulla collaborazione della Regione per una partita molto complessa, che dovrà vedere un percorso di ampliamento condiviso in tutto l'Ati. La nostra discarica doveva continuare ad operare per 10 anni mentre invece ha raccolto rifiuti da altri territori ed ora è piena. Abbiamo controlli continui sulla regolarità della discarica, che sono sempre risultati positivi. Sul territorio dell'Ati 1 operano diversi soggetti gestori diversi, stiamo predisponendo un bando per la scelta del gestore unico, che lo impegnerà per 15 anni”.
ATI numero 2, Vincenzo Piro (dirigente): “Sul sito dell'Ati 2 ci sono tutti i numeri relativi al 2012: si conferma la riduzione della produzione dei rifiuti, attestata a 522 chili ad abitante di media. Nel corso del 2012 ci sono stai cali anche superiori al 10per cento, solitamente in coincidenza con l'attivazione della raccolta differenziata. Il livello della raccolta differenziata è al 51 per cento con 8 comuni che superano il 60 per cento. Torgiano è già arrivato al 75 per cento. Perugia si attesta vicino al 55 per cento. Su alcune frazioni, come l'umido, si sono raggiunti obiettivi migliori di quelli previsti dal piano regionale, ora dobbiamo puntare sulla qualità dei materiali e sul loro recupero. Abbiamo un impianto di selezione a Ponte Rio di Perugia che è in fase di ristrutturazione per garantire un maggiore recupero di materiali. Una sezione dell'impianto di Ponte Rio dovrà recuperare parte dei rifiuti da spazzamento. Verrà migliorato l'impianto di Pietra Melina per il trattamento dell'umido. La discarica di Borgo Giglione dovrebbe poter arrivare al 2020 senza problemi anche se ci sono questioni di viabilità da risolvere per l'accesso all'impianto”.
ATI numero 3, Fausto Galilei, (direttore): “Nell'ottobre 2012 abbiamo affidato in house alla Vus la gestione del servizio. La differenziata è al 43 per cento, lontana dagli obiettivi di legge. La Vus rientra nella spending review per quanto riguarda il blocco delle assunzioni mentre invece servirebbe personale per la raccolta differenziata. Il paradosso è che se non raggiungiamo gli obiettivi del piano regionale rischiamo sanzioni che però sarebbero causate da un limite posto dalla legge nazionale. Abbiamo problemi seri per gli impianti: l'Ati 3 non ha una discarica con possibilità di ampliamento. Sant'Orsola di Spoleto è stata considerata esaurita e noi abbiamo chiesto di rimodulare la copertura guadagnando ulteriori 2 anni di utilizzo. La Regione ci ha posto il problema di rafforzare in questo caso gli argini, che potrebbero cedere. La soluzione sarà dunque un consolidamento dell'argine (1 milione di euro e 1 anno di tempo), però nel frattempo scadrà il termine, fissato per giugno, per lo smaltimento a Borgo Giglione (che tra l'altro costa all'Ati 3 milioni di euro all'anno, oltre al milione che sarà necessario per l'argine). A breve dovrebbero sbloccarsi i finanziamenti per il biodigestore che dovrebbe valorizzare la frazione organica per la produzione di biogas. Con le nostre risorse dovremo realizzare un impianto per il recupero del percolato da discarica che oggi viene portato fuori regione con costi di 700 mila euro all'anno. Il ministero ha emanato un decreto per l'uso della frazione secca residua per alimentare i cementifici, mi spetto l'apertura di un confronto su questo argomento”.
Ati numero 4, Roberto Spinsanti (direttore): “I Comuni più grandi hanno attivato la raccolta differenziata, e siamo arrivati al 35 per cento. A Terni il recupero sta aumentando, anche se mancano impianti adeguati. Il piano di ambito è stato adottato ad agosto 2012 e la Regione ha deliberato che, non essendo previsto l'uso dell'inceneritore, l'obbligo del raggiungimento del 79 per cento della differenziata e il raggiungimento degli obiettivi del piano entro il 2015, pena il ritorno alla termovalorizzazione. La discarica di Orvieto può reggere fino al 2022, non potrà essere ampliata e si dovrà quindi ridurre al massimo il conferimento, recuperando se possibile alcuni volumi. Abbiamo due biodigestori e impianti dislocati in modo da ridurre al minimo il percorso dei rifiuti. Il piano prevede una impiantistica di selezione e di recupero di materiale dall'indifferenziato. Nel frattempo è uscita la normativa sull'utilizzo di materiale di trattamento (css) come combustibile. Abbiamo approvato definitivamente il piano ed entro la prima settimana di maggio bandiremo la gara europea per un gestore unico per la raccolta e il trasporto dei rifiuti nell'Ati 4. La tariffa pagata dai cittadini si è appesantita a causa degli interventi necessari sugli impianti gestiti da privati. Entro la fine dell'anno contiamo di concludere la gara e di far partire il nuovo gestione dal 2014. Entro al fine di quell'anno dovremo raggiungere il 79 per cento: il nuovo gestore dovrà raggiungere questo obiettivo, altrimenti scatterà una penale di 500 mila euro”.
Nel dibattito che ha fatto seguito alle relazioni è emerso che dei 3 termovalorizzatori di Terni soltanto uno è attivo mentre un altro, pur non essendolo, ha una concessione ancora valida fino al 2015. Nei bandi di gara per il gestore unico di ogni ambito è previsto che i proventi da recupero di materiali dai rifiuti (che però devono essere di qualità e ben differenziati) siano scalati dal compenso previsto per il servizio. Il lavoro per l'individuazione del sito e della tecnologia per la chiusura del ciclo nell'Ati 2 sta procedendo, ma il progetto è stato rimodulato e ridimensionato in base alla previsione dell'uso del combustibile css da rifiuti, della riduzione della produzione e dell'aumento della raccolta differenziata. L'impianto costerebbe comunque tra i 70 e i 100 milioni di euro, che al momento sarebbe difficile trovare. La discarica di Colognola di Gubbio è al momento chiusa anche se esiste una richiesta di ampliamento che sarebbe necessario per evitare che insorgano problemi nel servizio di smaltimento.
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