di Fabrizio Marcucci.

Stamattina (ndr. ieri) a Perugia è successo che una persona è precipitata dal quarto piano mentre lavorava ed è ora in gravi condizioni. I titoli dei vari giornali on line definiscono invariabilmente la vittima come "operaio". Cosa sacrosanta. 
Lui è originario dell'est europeo. Quindi si tratta di uno straniero. Di un immigrato. Ma lo si scopre solo verso la fine degli articoli (e neanche tutti). Del resto, la qualifica che lo descrive è "operaio", poiché la disgrazia l'ha colpito in quanto "operaio", non in quanto immigrato. Quindi è giusto definirlo in quel modo. 
Il fatto è che se quel poveraccio fosse precipitato mentre si arrampicava per andare a rubare in una casa, nove volte su dieci sarebbe stato definito per la sua provenienza geografica. I titoli, molti titoli, sarebbero stati: "Rumeno (o bosniaco, rom, marocchino, o comunque "straniero") vola dal quarto piano mentre tenta di entrare in una casa". Anche perché probabilmente il comunicato delle forze dell'ordine che avrebbe diramato la cosa l'avrebbe definito in quel modo (so di cosa sto parlando, ho letto centinaia di comunicati del genere) e la persona non sarebbe stata quindi definita per quello che stava facendo nel momento della disgrazia, bensì per il posto in cui è nata.
È così, è anche così, che si costruisce l'immaginario collettivo: per distrazione, per pigrizia, per noncuranza, per l'ignoranza di funzionari ineducati, per la disattenzione di giornalisti pagati poco e male e costretti a occuparsi di tutto (male). Così, va a finire che se lavori sei un operaio, se fai il ladro sei uno straniero.

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