Codice degli Appalti, Bicchieraro (Filca Umbria): “Modifiche dannose”
Le recenti proposte di modifica al Codice degli appalti pubblici (D.Lgs. 36/2023), introdotte dal governo, includono la possibilità di utilizzare contratti collettivi diversi rispetto a quelli di riferimento per il settore edilverno, includono la possibilità di utilizzare contratti collettivi diversi rispetto a quelli di riferimento per il settore edile. Come Filca Cisl Umbria raccogliamo anche le critiche sollevate da Ance che ci vedono in questo caso al loro fianco, anche sulla questione specifica della revisione prezzi.
Queste disposizioni hanno sollevato preoccupazioni da parte del Consiglio di Stato, che ha definito le norme troppo generiche, rischiando di compromettere chiarezza e coerenza nell’applicazione, e di generare incertezze giuridiche nelle procedure di gara.
Ripercussioni negative per i lavoratori, aziende e stazioni appaltanti.
A nostro parere queste modifiche rischiano di creare molti problemi sia per i lavoratori, che per le aziende che per chi assegna gli appalti.
Per i lavoratori il rischio principale è l'applicazione di contratti meno tutelanti, che potrebbero portare a una riduzione di diritti salariali, orari più lunghi o condizioni di sicurezza meno garantite. Questo è particolarmente critico nel settore edile, noto per l'elevato rischio di incidenti.
Per le aziende la concorrenza potrebbe spostarsi sul ribasso dei costi del lavoro, con svantaggi per le imprese che rispettano i contratti collettivi nazionali  di settore, aumentando il rischio di dumping contrattuale. Un'applicazione incoerente delle norme potrebbe rendere più difficili i rapporti con le stazioni appaltanti e complicare la partecipazione alle gare.
Per le stazioni appaltanti la possibilità di applicare contratti diversi crea confusione e aumenta la probabilità di contenziosi. Inoltre, la mancanza di un riferimento stabile ai contratti collettivi di settore mina la trasparenza e la correttezza delle procedure di affidamento.
Siamo quindi d’accordo con il Consiglio di Stato secondo il quale “in primo luogo, suscita perplessità il passaggio che consente di verificare la rilevanza delle associazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro sulla base della presenza di rappresentanti nel Consiglio del Cnel. Si tratta di un incerto criterio suppletivo generalizzato, che sarebbe meglio cancellare. Dal dato testuale e sintattico, sembra doversi supporre che la stessa organizzazione sindacale rappresentativa dei lavoratori abbia la medesima forza contrattuale per ogni contratto collettivo stipulato con le associazioni datoriali, a prescindere dalla dimensione e dalla natura giuridica delle imprese da esse rappresentate”.
Insomma, a parere della Filca Cisl Umbria, le norme introdotte mancano di specificità e rischiano di minare il principio di legalità e la coerenza dell’intero sistema. In particolare, si è evidenziata l'urgenza di stabilire criteri chiari e precisi per l’applicazione dei contratti diversi da quelli di riferimento, al fine di evitare arbitrarietà nelle decisioni delle stazioni appaltanti.
La nostra proposta: protocolli di legalità e sicurezza
Un possibile strumento per mitigare le criticità è l’adozione di protocolli di legalità e sicurezza nell’ambito degli appalti pubblici. Questi protocolli potrebbero prevedere ad esempio la consultazione preventiva tra aziende, sindacati e stazioni appaltanti per individuare il contratto più adatto al lavoro da eseguire; standard minimi di tutela che garantiscano condizioni di lavoro sicure e giuste, indipendentemente dal contratto applicato; il monitoraggio e verifica della applicazione dei contratti, con il coinvolgimento di un organismo di controllo congiunto tra imprese, sindacati e autorità competenti, che potrebbe essere rappresentata dalla bilateralità esistente nel settore edile
Questo approccio non solo rafforzerebbe la legalità, ma potrebbe anche migliorare la qualità del lavoro e della sicurezza nei cantieri pubblici, preservando la concorrenza leale tra le imprese.
Evitare di aggravare le disuguaglianze
L’applicazione indiscriminata di contratti diversi nei lavori pubblici potrebbe aggravare le disuguaglianze tra i lavoratori e indebolire il sistema degli appalti. È cruciale che le modifiche siano accompagnate da regolamenti attuativi chiari e dall’implementazione di strumenti di controllo come i protocolli di legalità. Il coinvolgimento attivo di tutti gli stakeholder può rappresentare una soluzione equilibrata per tutelare i diritti dei lavoratori e garantire trasparenza ed efficienza nei processi di gara.

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