“Solo la capacità di fare autocritica può innescare un processo di trasformazione. D’altronde le crisi chiamano al cambiamento, alla messa in discussione di assetti consolidati. Una sfida a cui siamo chiamati tutti, a cominciare da noi stessi e dalle organizzazioni di cui facciamo parte”. Renato Cesca, eletto presidente di Cna Umbria dall’assemblea congressuale tenutasi nei giorni scorsi a Todi, descrive con poche parole il senso del processo che ha condotto l’associazione, prima fra le organizzazioni di categoria della regione, ad abolire le proprie strutture provinciali, portando a compimento una consistente semplificazione organizzativa.

“Questa – prosegue Cesca - è la scommessa che, con coraggio e con convinzione, gli imprenditori, gli artigiani, i lavoratori autonomi che aderiscono alla Cna lanciano a se stessi e alla società civile: semplificazione, semplificazione istituzionale, semplificazione di ritualità ormai obsolete, modernizzazione e qualificazione ulteriore del sistema dei servizi erogati alle imprese, forte motivazione al miglioramento della competitività del mondo delle piccole imprese. Alcune priorità sulle quali lavorare nel corso dei prossimi anni sono state già individuate, come la riduzione delle tasse su imprese e lavoro, il sostegno a nuove progettualità imprenditoriali partendo dalle reti d’impresa, assistenza alle imprese in crisi e a quelle in crescita. Altre verranno individuate con l’adozione del piano strategico”.

“Questa operazione – dichiara Roberto Giannangeli, nominato nuovo direttore regionale in sostituzione di Paolo Arcelli - consentirà di realizzare sensibili economie di scala, rafforzando al contempo la governance associativa e la sua capacità di rappresentanza degli interessi delle imprese”.

La Cna, che in Umbria associa oltre 7mila tra artigiani e piccole imprese tra cui spiccano molte eccellenze produttive, è anche la più grande struttura regionale di servizi per gli associati, con circa 200 dipendenti e sedi distribuite capillarmente sul territorio.

“A livello politico sindacale – aggiunge Giannangeli - la nuova Cna Umbria si è strutturata attraverso una rappresentanza verticale fondata sui mestieri, organizzati all’interno delle Unioni, mentre a livello orizzontale, attraverso le consulte, le istanze territoriali potranno essere portate a sintesi in una proposta più ampia”.

“Un’operazione assolutamente intelligente e al passo con i tempi – afferma Sergio Silvestrini, segretario nazionale della Cna, che ha voluto essere presente alla conferenza stampa - a tutti viene richiesto il coraggio di operare cambiamenti radicali su molti i fronti. Cna Umbria ha dimostrato di saperlo fare, avendo a cuore l’obiettivo di migliorare la propria struttura organizzativa e la propria capacità di risposta alle esigenze delle imprese associate”.

Oltre al presidente Cesca, la nuova presidenza regionale è composta dai vice presidenti Giancarlo Cardinali e Dino Dezi, affiancati da altri otto imprenditori: Enrico Ceccarelli, Antonello Cozzali, Fiorenzo Arcangeletti, Roberta Datteri, Giancarlo Giovannetti, Piero Montanucci, Mario Riccioni e Andrea Tiberi. Nel corso dell’assemblea congressuale di Todi è stata eletta anche la Direzione regionale, formata da 40 imprenditori.

Renato Cesca, 60 anni, sposato, una figlia, è titolare della N.C.M. S.p.A., impresa meccanica specializzata nel settore energetico e aeronautico con sede a Foligno, nonché presidente e fondatore della società H.T.C. SpA – High Technology Center (impresa costituita nel 2006 da undici imprese del territorio). Già presidente provinciale della Cna di Perugia, fa parte dell’organizzazione dai primi anni ‘90. Attualmente è anche presidente del Polo Aerospaziale dell’Umbria.

Roberto Giannangeli, 45 anni, sposato, laurea in Scienze politiche, un corso di specializzazione alla Sda Bocconi che a breve gli conferirà un master in “Gestione e strategie d’impresa”, è dal 1998 in Cna, dove ha ricoperto vari incarichi di responsabilità. Diventato direttore provinciale della Cna di Perugia nel 2010, ha affrontato forse il periodo più difficile della crisi e del cambiamento, anche interni all’organizzazione, ridisegnando completamente assetti societari e di rappresentanza. Tra i temi che l’hanno visto protagonista spiccano quelli dell’associazionismo di impresa, creando i presupposti per la costituzione di consorzi e reti imprenditoriali nell’autotrasporto pubblico, nella meccanica, nelle costruzioni.

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