di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - Questa tela, dal titolo "La morte di Cleopatra", venne dipinta nel 1660 da Guido Cagnacci (1601-1663) ed é esposta al Kunsthistoriches di Vienna.
Cleopatra, o meglio Cleopatra VII Tea Filopatore (70 ac-30 aC), era una donna affascinante e colta. Parlava una decina di lingue, aveva studiato approfonditamente filosofia, retorica, oratoria ed anche medicina, fisica, farmacologia. 
Si comprende come una donna bella, affascinante, ricchissima, potente ed intelligente abbia conquistato due amanti, personalità di primissimo piano dell’epoca.
Il primo fu Giulio Cesare (dal 47 aC al marzo del 43 aC) al quale diede il figlio Tolomeo Cesare, noto come Cesarione. Dopo la nascita del figlio, la regina d'Egitto si trasferì a Roma in una villa sul Gianicolo, dove teneva la sua corte. 
Non si sa con certezza se rimase consecutivamente a Roma in quegli anni o se di tanto in tanto sia rientrata nel suo paese. Pare si trovasse in città alle Idi di marzo, fatali a Cesare, ucciso dai congiurati capeggiati da Bruto e Cassio. 
La presenza di Cleopatra a Roma suscitò molte chiacchiere (Cesare era sposato con Calpurnia) e forti opposizioni politiche (ai romani i gusti orientali non piacevano per nulla, perché minavano i principi del “mos maiorum”, i costumi degli antenati). 
La regina, comunque, introdusse in maniera definitiva in Italia e nelle province, la religione di Iside.
L'altro amante (e forse marito: alcune monete furono coniate con i volti dell'una e dell'altro) fu Marco Antonio, rude nei modi ma alto, atletico ed estroverso. I due allacciarono la loro relazione nel 41 aC a Tarso. 
Dall'unione adulterina (il triumviro era sposato con Ottavia, sorella di Ottaviano) nacquero Cleopatra Selene, Alessandrio Elio, Tolomeo Filadelfo. 
La storia dei due amanti regali, andata avanti per quasi due lustri col sogno di un regno orientale e fastoso, finì tragicamente con la battagla di Azio dove Ottaviano, poi Augusto, sconfisse - il 31 aC - la flotta di Marco Antonio e Cleopatra. 
Per non cadere in mano al vincitore, la regina rientrata in Egitto, si uccise facendosi mordere da un aspide. Il triumviro si era già ferito a morte, al modo classico dei romani, e secondo alcune fonti, sarebbe spirato tra le braccia dell’amata.

Condividi